Sicilia, terra di confine, terra di cultura e tradizioni, terra musicale che continuamente ci propone musica realizzata da musicisti che spesso devono trovare altrove il modo e le strutture per renderla concreta.
Così anche i fratelli Marco e Luca Anello nel 2008 si ritrovano a Roma dove decidono di iniziare a suonare insieme. Solo in due. Anelli Soli infatti è il nome che sceglieranno per il loro progetto musicale.
Hanno pubblicato in questi anni due Ep, autoprodotti, che li hanno aiutato a far conoscere la loro vena artistica e a suonare in molte serate e festival in giro per l’Italia. Da poco hanno stretto un accordo con la Seahorse Recording/Audioglobe. E proprio sotto questa etichetta è appena uscito il loro disco di esordio dal nome Malomodo.
L’avventura artistica di questo gruppo è nata all’insegna dell’innovazione, non tanto nei suoni, ma soprattutto nelle costruzioni delle canzoni e nel modo di utilizzare la cultura popolare e tradizionale.
Infatti gli Anelli Soli hanno il folk nelle vene, la musica tradizionale della loro terra, i profumi dei frutti. Ma sono anche persone cresciute in un’epoca di contaminazioni musicali, così la tradizione si mescola con espressioni artistiche più aggressive, trasgressive.
Le parole che scorrono tra le note raccontano storie di solitudine, esplosioni di rabbia che si alternano a intime riflessioni.
In Malomodo la band dimostra buona dimestichezza con le linee melodiche, soprattutto delle due voci che si rinforzano su ogni traccia.
Nel disco spicca la canzone, sulla quale è stato anche realizzato un video molto bello, dal nome Ina Ina (che potete videoascoltare qui di seguito!), una dolce ballata che mescola puro nonsense, folk e tradizione, forti luci psichedeliche tutto insieme. Un buon esempio della capacità di espressione di questa giovane band. Atmosfere forti, dure, che usano una chiave diretta ai pensieri degli ascoltatori. Musica tradizionale che ama sperimentare linguaggi nuovi, contemporanei, senza porre limiti alle idee.
Anelli Soli – Malomodo
hanno il folk nelle vene, la musica tradizionale della loro terra, i profumi dei frutti. Ma sono anche persone cresciute in un’epoca di contaminazioni musicali, così la tradizione si mescola con espressioni artistiche più aggressive, trasgressive.