Interviste

Andrea Fornari, Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

Home mi piace definirlo un disco sincero, un disco suonato e sudato.

Uscirà tra pochi giorni (ndr, il 25 novembre) il suo nuovo Ep Home, un mix di indie- modern-folk difficile da classificare. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea Fornari sul suo nuovo lavoro e sulle cose e fatti che l’hanno ispirato!

Andrea partiamo da Home, il tuo ep che uscira a breve. Nasce da un cambiamento, quale?
2 anni fa ho deciso di trasferirmi in Lussemburgo, lasciare la mia amata Torino e ripartire da zero in un contesto e una città molto diversi. Il primo grande cambiamento è stato quindi scoprire che il Lussemburgo esiste davvero. Scherzi a parte, spostarsi stabilmente in un posto diverso da quello dove sei nato e cresciuto è in un modo o nell’altro un gran cambiamento, che inevitabilmente si porterà dietro delle tracce, delle sensazioni.

Dove hai registrato le tracce di Home?
Ho registrato tutto in casa, in una stanza che ho trasformato lentamente in un piccolo studio di registrazione. Alcuni strumenti li ho registrati invece in salotto, è più spazioso.



Il tuo nuovo EP è difficilmente classificabile sotto un unico genere, tu come ami definirlo?
Mi piace definirlo un disco sincero, un disco suonato e sudato.

C’è qualcosa di differente, anche musicalmente parlando, tra il tuo nuovo ep e il tuo precedente debut album “Chemical Love” (2014)?
Credo che i due lavori siano molto diversi. Home è più acustico, più “nudo”. I suoni sono diversi, così come le scelte strumentali. In “woman” (una canzone dell’ep) ad esempio ho suonato un asse da stiro come “snare”. Ho voluto che tutti gli aspetti positivi e le criticità di registrare e produrre un album in casa diventassero un elemento che potesse caratterizzare il sound del disco.

Sei polistrumentista, cantante e anche autore di testi. Come nasce una tua canzone?
Al momento nasce in maniera abbastanza istintiva, può nascere da un giro di accordi al pianoforte, un riff di chitarra o semplicemente una frase canticchiata sotto la doccia che poi si trasforma in qualcosa di più concreto in un secondo momento. Mi ritrovo sovente a registrare dei mini-provini con il cellulare per “fermare” il momento in cui ho avuto un’idea, pessima o buona che sia. una melodia che poi posso sviluppare a casa o accantonare. Il fatto di suonare più strumenti mi ha sicuramente aiutato a non impormi degli schemi compositivi che mi spaventerebbero un po’ forse.

Da Torino al Lussemburgo, come ti trovi nella tua nuova dimensione? Mi trovo bene. Io vivo a Lussemburgo (città), una città molto diversa da Torino, ma non meno interessante. E’ più piccola certo, ma le opportunità e i servizi non mancano, la gente parla perfettamente almeno 3 lingue e hai la possibilità di conoscere persone provenienti da ogni parte del mondo. Questo è quello che penso quando sono di buon umore :). A volte la nostalgia dell’Italia bussa alla porta, ma è normale a Torino c’è la mia famiglia, molti amici. Per non parlare della farinata. In ogni caso sono rimasto abbastanza vicino quindi mi capita sovente di “scendere” per impegni musicali o semplicemente qualche giorno di relax.

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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