Sound&Vision

Abbath @ Slaughter Club

Scritto da Tiziano Papavero

Abbath: l’ascesa di un immortale!

Al mio primo concerto del 2024 mi dirigo felice, incuriosito, ma anche un po’ cauto. Di certo l’esperienza di due giorni prima mi mette in guardia sulle aspettative dell’evento tanto atteso. Come scenario il locale dark più frequentato dall’intera Lombardia e non solo; ovvero lo sbalorditivo Slaughter Club di Milano.
Doveva essere The 69 Eyes la band che apriva le danze nella mia lista concerti del nuovo anno, ma purtroppo per problemi collegati ad avvenimenti poco piacevoli che l’hanno vista protagonista, Jyrki e soci hanno deciso all’ultimo di annullare la data in questione con grande rammarico dei fan, del locale stesso e della produzione.
Già nel 2019 Abbath, per la sua dipendenza da alcool, cancellò l’intero tour sudamericano per poi entrare in clinica a disintossicarsi. Sono sulle spine e non vedo l’ora di vedere dal vivo il controverso frontman. Al mio arrivo in loco non posso che notare con grande gioia il grande tour bus circondato da innumerevoli persone, altre erano già all’interno del locale ad accaparrarsi i posti più vicini al palco.
Una grandissima organizzazione opera di Hellfire Booking ed Erocks Production! Presto scopro che l’unica data italiana di Abbath è sold out e ne sono riconoscente di esserne partecipe. D’altronde Abbath è un nome leggendario nel panorama black metal internazionale, una fama acquisita ai tempi degli Immortal.
Ad accompagnarlo in questo tour ci sono gli scozzesi Hellripper che hanno guadagnato un po’ di celebrità grazie al loro ultimo “Warlocks Grim & Withered Hags” e gli statunitensi Toxic Holocaust, un gruppo molto amato dagli italiani per il loro indiscutibile suono Thrash metal di puro metallo sibilante e il grande carisma di Joe Grind! E’ anche la band del cuore della moglie d’un amico che l’ha minacciato con il divorzio se non la portava a vederli. Una grande scelta degli opener che attirano anche loro la folla nel dugnanese.
Mi fiondo vicino al palco appena sento le prime note ed ecco Hellripper, il nome scelto dal giovanissimo James McBain. Una realtà incoraggiante per quanto riguarda il panorama metal, confermando le proprie potenzialità grazie al secondo album in carriera “The Affairs Of The Poison”.
Una proposta musicale basata principalmente sui generi speed e Thrash metal, ma con parecchi spunti che arrivano dal punk e dal black metal. Il tutto strutturato secondo la visione del polistrumentista e leader del progetto, che in realtà scopriamo Hellripper sia la One Man Band di McBain con amici musicisti turnisti. E con quella faccia da bravo ragazzo istiga la folla, scatenando un pogo energico nel bel mezzo del locale propinandoci dei pezzi decisi e cattivi eseguiti con notevole tecnica e precisione.
E in uno Slaughter sempre più pieno è l’ora dei Toxic Holocaust. Non perdono tempo e alle 20:45 spaccate partono con i riff possenti di Bitch: “ She appears from the dark as another victim dies”. Ed è quello che ha in mente la band capitanata da Joe “no prisoners”…
Joe ci appare più rotondo e massiccio da quanto non ricordavamo. Capelli castani sciolti (prima era biondo) tirati indietro da una fascia nera, lasciando allo scoperto la brutalità di una performance che non stona per niente con la nuova panzetta alcolica. Il loro è un trash grezzo e distruttivo che scorre veloce come il pogo che scorre risoluto in cerchio.
Le classiche Gravelord e Wild Dogs, del loro ben riuscito An overdose of Death, scaldano i presenti e rendono subito giustizia ad una carriera che festeggia quest’anno il 25th di attività. A susseguirsi War is Hell, da Evil Nevers Dies, un furioso concentrato di Thrash metal in puro old fucking style e tributo al sound storico dei primi Sodom e Slayer. Con The Lord of the Wasteland si arriva alla fine dei trenta minuti e ci chiediamo perché non siano mai spiccati come band.
Le carte in regola c’è l’hanno eppure non hanno ottenuto il meritato riconoscimento. Si sono fermati al 2019 con Primal Future (che in verità ci speravo facessero dal vivo, ma purtroppo mi è rimasto l’amaro in bocca). Chissà che il futuro non abbia in servo un nuovo lavoro cattivo più che mai.
Dopo oltre 20 minuti abbondanti di cambio palco, si intravedono dall’alto le siluette e gli inequivocabili face painting marchiati Abbath. Grande accoglienza del pubblico che con frenetiche urla fanno da accompagnamento alla loro discesa “negl’inferi slaughteriani” .
Un’immensa scritta in alluminio Abbath posizionata ai piedi della batteria è l’unica cosa che riusciamo a scrutare dal palco. Tanto fumo, una luce rossa predominante e nel mentre i musicisti si palesano in scena. Partono subito con Triumph, per galvanizzare i fan più longevi e che li seguono da vecchia data, da quando il nostro Abbath Doom Occulta era la colonna portante degli Immortal. Gli Immortal si sa, hanno pubblicato alcuni dischi fondamentali per il black metal, come Pure Holocaust, Battles in the North, At the Heart of Winter e Sons Of Northern Darkness, quest’ultimo in sodalizio con la Nuclear Blast Records.
Lo vediamo in grandissima forma, anche se il contatto con il pubblico è raro e lieve probabilmente per lo scenario cupo in qui ci vuol sommergere. Arrivano puntuali le sue pose iconiche; la famosa mossa del granchio, le sue smorfie improponibili, digrignando i denti e tirando fuori la malefica lingua.
Il clima all’interno del locale si fa sempre più caldo. Siamo davvero nella pentola del diavolo? Ogni tanto qualche goccia di sudore proveniente dal pogo o qualche birra lanciata e mi permetto di dire sprecata ci riportano alla realtà, anche il pessimo suono che mi fa fischiare le orecchie.
Si susseguono Acid Haze, Dream Cull e Hecate, dal suo progetto più recente per poi fare ancora un salto nel passato e regalarci una magnifica Battalions. I fan di vecchia guardia no sono delusi affatto dalla scaletta che scorre con In My Kingdom Cold, Tyrants e Nebular Ravens Winter.
Ne mancavano ancora due pezzi in scaletta quando ci sentiamo un tagliente goodnight… Stringe la mano ai pochi fortunati aggrappati alla transenna da inizio serata e sparisce senza un ringraziamento, cosa che ha lasciato tutti un po’ increduli. Speranzosi ad un ritorno in scena il pubblico non molla finchè i tecnici norvegesi cominciano con una nonchalance ghiacciale a smontare il palco. Ma come? Abbath non si sente bene, ci sentiamo dire in un inglese scorbutico. C’è chi l’ha visto tornarsene nei camerini quasi trascinandosi con la schiena semi bloccata. Che abbia azzardato movimenti e headbanging al di fuori delle proprie prestanze? Possibile!
Tant’è vero che ha lasciato a bocca asciutta a tantissimi super fan, venuti da altre regioni qualcuno anche dall’estero. Non erano nemmeno numerosi quelli rimasti dopo lo show per una foto o un autografo, ma come un serpente si è difilato incappucciato nelle viscere del tour bus da dove non è mai fuoriuscito… ma si sa, lui è un Immortale, risorgerà prima o poi!

Lineaup Abbath:

Abbath – voce, chitarra
Ole Andrè Farstad – chitarra
Frode Kilvik – basso
Ukri Suvilehto – batteria

Setlist:
1. Triumph (Immortal cover)
2. Acid Haze
3. Dream Cull
4. Hecate
5. Battalions (Immortal cover)
6. Ashes of the Dammed
7. Dread Reaver
8. In My Kingdom Cold (Immortal cover)
9. Tyrants (Immortal cover)
10. Nebuler Ravens Winter (Immortal cover)
11. The Artifex
12. Winterbane

Lineaup Hellripper:
• James McBain – voce, chitarra
• Clark Core – Bass
• Joseph Quinlan – Guitar
• Max Southall – Drums
Setlist:
1. Vampire’s Grave
2. Hell’s Rock’N’Roll
3. Nekroslut
4. Demdike ( In League with the Devil)
5. Goat Vomit Nightmare
6. The Affair of the Poisons
7. Bastard of Hades
8. The Nuckelavee
9. From Hell
10. All Hail the Goat
11. Headless Angels

Lineaup Toxic Holocaust

• Joel Grind – voce, chitarra
• Rob Gray – basso
• Tyler Becker – batteria

Setlist:
1. Bitch
2. Silence
3. Gravelord
4. Acid Fuzz
5. Wild Dogs
6. I Am Disease
7. War Is Hell
8. In The Name of Science
9. Reaper’s Grave
10. Death Brings Death
11. Nuke The Cross
12. The Lord of the Wasteland

 

About the author

Tiziano Papavero

Tizzo è nato a Varese nel 1983. Fan accanito sin da bambino dei Kiss. Bassista presso la band horrorshockrock The Killerfreaks in attività da 20 anni. Amante della musica metal e glam rock. Appassionato di Harley Davidson, tatuaggi e film horror.

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