A BUZZ SUPREME 2010 – CD 2
La (ri)partenza è col botto grazie alla versione edit della sghemba You’re An Animal di Samuel Katarro, nome d’arte dell’acclamato songwriter pistoiese Alberto Mariotti, che sancisce un magico, visionario connubio fra blues e psichedelia, come testimoniato da The Halfduck Mystery, uno degli album più belli del 2010.
Un’altra delle nostre migliori realtà indie sono i pratesi Baby Blue, guidati da Mirko Maddaleno e Serena Altavilla e alla seconda prova di studio con We Don’t Know: abbandonatevi all’irruente rock-blues di Shut Up e ricordatevi di andarli a vedere dal vivo, che sul palco come loro ce ne sono davvero pochi.
La romana Giulia Villari non è da meno nel sorprendere con un mini d’esordio, River, prodotto da un maestro del calibro di Rob Ellis: la prima traccia in programma, November, sta a significare, con tutta la sua suadente carica, che si può essere al contempo donna e rocker persino in Italia.
Continuiamo con le sorprese, se Carlot-ta – ad appena vent’anni – ha inciso un debutto, intitolato Make Me A Picture Of The Sun come il brano qua selezionato, che sfrutta doti fuori dal comune: voce sicura, pianoforte e amore per la poesia.
La schiera di cantautrici continua con UnePassante, progetto della palermitana Giulia Sarno, che nella prima opera More Than One In Number, tenendo da parte l’EP Enjoy The Road del 2008, ha messo in luce lodevole cura artigianale nel destreggiarsi con un pop da camera screziato di jazz, dalla stratificata foggia strumentale. Per assaggio, ecco A Une Passante.
I fiorentini Bad Apple Sons hanno registrato il loro omonimo esordio, dopo l’EP Cowards del 2007, grazie alla prestigiosa vittoria alla ventesima edizione del Rock Contest: Clemente Biancalani, Andrea Cuccaro, Andrea Ligia e David Matteini, divisi fra l’amore per il rock più dissonante e dilatazioni maggiormente eteree, dal taglio sperimentale, esprimono bene la propria visione artistica in un pezzo a presa diretta come Backroom Facials.
I bolognesi Ofeliadorme, anch’essi al debutto sulla lunga distanza con l’autoprodotto All Harm Ends Here, a seguire l’EP Sometimes It’s Better To Wait, arrivano altrettanto a destinazione con l’incalzante Ian, qua in versione edit: merito di una fisicità che si fa strada tra le attente tessiture elettroacustiche e sfocia nel canto incisivo di Francesca Bono.
Chi fa dell’irruenza una costante filosofia di vita sono gli emiliani Pazi Mine, capitanati da Sara Ardizzoni: l’omonimo esordio poggia su un rock/hardcore che non sfigurerebbe all’estero, che innesta evocative linee melodiche su strutture sonore massicce e rocamboleschi cambi di tempo, come si evince da Square The Circles.
I bresciani Edwood di Michele Campetti invertono la tendenza con la policroma delicatezza di un pop-folk sempre più padrone dei propri mezzi: Galaxies è del resto estrapolata dal terzo capitolo di studio, Godspeed.
Se Tick As The Summer Stars si era fatto apprezzare, i pistoiesi Ka Mate Ka Ora alzano la posta in gioco con il programmatico Entertainment In Slow Motion, prodotto da Katarro: l’elogio alla lentezza di Stefano e Carlo Venturini e Alberto Bini procede facendo incrociare post-rock, slowcore e shoegaze nel corso di traiettorie non di rado cinematografiche, come nel caso di My Psychedelic Teacher.
Johnnie Selfish & The Worried Men Band azzardano una divertente cover di About A Girl dei Nirvana, contenuta nella seconda prova autoprodotta Committed e stravolta in caracollante ballata country-blues a base di cantato rauco, steel guitar e banjo.
Dalle radici ai futuristici 2Pigeons: archiviato l’omonimo EP del 2008, Chiara Castello (voce dalle notevoli potenzialità e percussioni atipiche) e Kole Laca (piano, Rhodes, synth, effetti, cori) arrivano a Land plasmando una mutante forma-canzone che flirta con drum & bass, trip hop, jazz e rock. Circus Lady è il perfetto esempio di un personale punto di approdo.
I fiorentini Velvet Score – al momento formati da Marco Giusti, Leopoldo Giachetti, Martino Mugnai ed Emanuele Braca – giungono alla terza pubblicazione in sei anni con l’EP Goodnight Good Lovers, un concept che fa maturare sonorità post-rock in brani accomunati dal contesto bellico delle liriche: Waterloo rapisce e vanta la presenza di Serena Altavilla al microfono.
Minimono (collettivo artistico fiorentino devoto alla cultura cyberpunk e all’evoluzione del rock in chiave tecnologica, come ribadito dal nuovo disco Runaway) e Silicon Dust (formazione napoletana all’opera con tastiere, campionatori e percussioni elettroniche su un’ibridazione fra musica digitale e analogica, al secondo EP con Play With You e già proiettata sul primo album, previsto per il 2011) chiudono le danze invitando alle danze: l’house funkeggiante di Smoking Mind e la techno-rock della stessa Play With You, entrambe in versione edit, risucchiano in vortici di ritmo irresistibili.