Dopo i singoli “Thousand Ghosts” e “Fault” arriva il tanto agognato debutto dei marchigiani Not My Grave. In Naked possiamo riscontrare il giusto mix tra melodie catchy e la roboante ruvidità del Metalcore, corollario del sound di band come Ice Nine Kills e Saosin.
E’ giusto dire che la band in questione non è una semplice variante dei gruppi appena citati, ma sfodera una versatilità che li fa uscire dal margine di staticità in cui si può incappare proponendo un genere talvolta circoscritto.
Il pianoforte predominante in “Thousand Ghosts” e l’aurea regale di “Fault” sono ciò che ci colpisce trasversalmente al primo ascolto.
Sciorinati i due brani già editi il risultato non cambia. “Blow My Brains Out” è puro istinto omicida, ammansito dalla voce pulita di Luca Tombari. L’uso del cantato growl è nuovamente ridimensionato in “Like A Trophy”, mentre ciò che non si placa minimamente è la furia della batteria, che devasta per poi tornare sul luogo del delitto per sincerarsi dei danni procurati.
Tra ombra e anima “Grey” mantiene chiusa in una bolla d’aria la violenza, per poi liberarla a fasi alterne, ottenendo sempre l’effetto dell’esplosione di un angioma sottocutaneo. Nonostante un paio di episodi che hanno lo scopo di allungare il brodo (la stessa “Naked” e “Until They Can’t”), il primo lavoro dei Not My Grave è una ventata d’aria fresca, dove non è contemplata l’opzione della minestra riscaldata ad altissima temperatura. Anche perché se combatti il fuoco con il fuoco ottieni solo cenere.
Not My Grave – Naked
Il primo lavoro dei Not My Grave è una ventata d’aria fresca, dove non è contemplata l’opzione della minestra riscaldata ad altissima temperatura.