Il Lars Rock Fest quest’anno compie 10 anni. Buon Compleanno! Cosa è cambiato e cosa è rimasto in questi lunghi anni?
Dieci anni sono un bel traguardo e non nascondiamo una certa dose di fierezza per quello che siamo riusciti, come GEC- Gruppo Effetti Collaterali, a creare. Innanzi tutto sono rimasti invariati l’entusiasmo e la passione che ci mettiamo nel portare avanti un progetto di cui andiamo orgogliosi. Lo zoccolo duro dell’associazione è rimasto quasi lo stesso dei primi anni ma a questo si sono aggiunti tanti altri ragazzi e ragazze, più o meno giovani, e si è creato un grande senso di comunità e un fervore positivo che ci spinge ogni anno a provare ad alzare l’asticella della qualità del Lars Rock Fest.
Non è cambiata nemmeno la direzione verso cui tendere, dall’impronta musicale che ha sempre cercato vie alternative al mainstream a tutti quegli Eventi Collaterali che affrontano tematiche e passioni a noi care e che da sempre caratterizzano il nostro festival.
I cambiamenti ci sono stati rispetto agli esordi, a partire dalla location, ma la cosa importante è che si cambi sempre con l’intento di migliorare.
Quali sono stati i best of che volete ricordare?
Domanda difficile, la cui risposta non può che avere una piccola dose di soggettività. Se rivolgeste questa domanda a ciascuno di noi probabilmente avreste risposte completamente differenti, che è un po’ anche il bello di un festival che ha una linea riconoscibile ma comunque sfaccettata. Con un briciolo di oggettività provo a farvi una top5, giusto per rendere omaggio anche a Nick Hornby:
– Diaframma, 2012. Primo anno di Lars, con un’organizzazione lontanissima da quella attuale, eppure avere un gruppo seminale come quello di Federico Fiumani fu un grande primo passo per un festival appena nato.
– Unknow Mortal Orchestra, 2015. Il primo vero snodo cruciale del Festival, l’ultimo atto nella vecchia location. Il momento esatto in cui forse abbiamo avuto veramente la consapevolezza che la direzione presa fosse quella giusta. Un live incendiario, stage diving, prato gremito. Indimenticabile.
– Wire, 2016. Qui si parla di vere e proprie leggende del post punk inglese, e portare la Storia nel nostro giardino di casa fa sempre un certo effetto.
– Wolfmother, 2019. Tutto semplicemente esagerato, fuori scala.
– Algiers, 2022. I primi headliner post pandemia. Un concerto che profumava di liberazione (oltre ad essere un gruppo stratosferico!).
Che risposta avete avuto negli anni da parte del pubblico?
Negli anni è ovviamente cresciuto ma siamo contenti soprattutto di essere riusciti a creare un pubblico di affezionati, che per tre giorni vede in Chiusi il centro del proprio universo e anche qui non possiamo non ringraziare che ci sostiene e ci spinge a continuare sulla nostra strada. Un pubblico oltretutto eterogeneo e intergenerazionale che va dai piccolissimi a gente un po’ più avanti con l’età. Cerchiamo sempre di soddisfare quante più esigenze possibili, dall’appassionato musicale al cultore dei vinili, passando per le attività per bambini alla proposta gastronomica che prevede piatti non solo tradizionali ma anche veg e vegan, cercando di creare un ambiente quanto più confortevole per tutti.
E in questa decima edizione che sorprese ci aspettano in cartellone?
Dopo i due anni di stop per la pandemia l’edizione 2022 è stata quella del ritorno e della rinascita. Per un anniversario importante come quello del X anno abbiamo cercato di fare le cose un po’ più in grande e il nostro direttore artistico, Marek Lukasik, è riuscito a mettere su una line-up eccezionale.
Venerdì 7 i nordirlandesi And So I Watch You from Afar, sabato 8 una band importante e storica come i Notwist, una delle massime espressioni del nuovo kraut-rock tedesco fin dagli esordi negli anni Novanti, per arrivare al gran finale di domenica 9 con l’unica data gratuita del tour italiano della cult-band americana The Brian Jonestown Massacre, tra i gruppi più longevi e apprezzati della scena alternative californiana. E poi ancora: Leatherette, Moonwalks, Scounge, Molly e Wake up in the Cosmos.
Ci siamo fatti (e speriamo di avervi fatto) un bel regalo…
Quali altri eventi collaterali prenderanno vita?
Come sempre quella degli Eventi Collaterali è una parte consistente e fondamentale del Lars. Dal 2018 ospitiamo Open Book, il festival dell’editoria nelle sue forme indipendenti che vedrà anche quattro presentazioni di libri ed incontri con gli autori e autrici: “Narrazioni musicali: concerti, narrazioni, storytelling” con Doriana Tozzi e Davide Morresi; “Non alla Enne non nella A ma nella Esse”, performance dell’autrice accompagnata dal musicista Pasquale Gentile; “A Manchester con gli Smith”, con Giuseppina Borghese; “Linguaggio inclusivo e storia queer” con Vera Gheno e Maya De Leo.
Immancabili le illustrazioni live del collettivo perugino Becoming-X e le grafiche di Tinals. E poi ancora, attività per i bambini in collaborazione con Legambiente (che quest’anno presenta il laboratorio creativo “Nidi d’arte”) e Biblioteca Comunale (“Ludolars”, giochi e letture) unite ad un laboratorio di graffiti.
Previsti inoltre due workshop con dimostrazioni di yoga e parkour.
Nelle tre serate saranno inoltre presenti i consueti mercatini: street market di artigianato e mercatino del vinile. Difficile annoiarsi…
Quanto è importante oggi far conoscere le realtà indipendenti?
Come già detto sin dalla prima edizione la direzione del nostro festival era abbastanza chiara. Da sempre cerchiamo di portare in provincia una proposta di qualità ma comunque alternativa, non commerciale e scontata. Il Lars è un grande calderone di realtà indipendenti, non solo musicali ma anche ad esempio editoriali (Open Book). E il piacere della scoperta di queste realtà, spesso magari più di nicchia, che è molto più facile trovare nelle grandi città che non in un paese di novemila abitanti è un valore aggiunto straordinario, una crescita collettiva entusiasmante.