Ancora una serata non troppo mite a Milano, in coda aspettando di entrare al “capannone”, luogo dove si svolgono i concerti del Rosetum Jazz Festival, e già qualcuno si chiede il motivo di quel “XY” che si appresta ad ascoltare.
Pochi minuti ed il vero significato di “XY” viene svelato dai componenti del gruppo. XY è un quartetto che ha dalla sua parte vari riconoscimenti e un potpourri di progetti e spettacoli che vanno dalla musica alle stelle.
Sì, proprio alle stelle, XY ci propone anche alcuni pezzi del suo progetto “Orbite” dedicato ai primi esploratori spaziali, alla epopea spaziale. Con questi brani ci si trova proprio all’interno dei razzi con il naso appiccicato all’oblò per scrutare le stelle. Ma non solo astronauti e cosmonauti, anche musica che trova spazio tra il jazz contemporaneo e un minimalismo fatto di suoni e silenzi, di spazi e iperbole che fluttuano in un aura di un filone prog che sicuramente ha influenzato le scelte dei musicisti nella scrittura dei loro pezzi. Il sax con quelle sonorità che tanto richiamano chi è abituato ad ascoltare un buon Coltrane, ma che conduce, porta tutti sulla giusta strada di questo mondo musicale post apocalittico che XY ci indica.
Una musica importante, colta, che deve essere ben ascoltata per cogliere le sfumature che ogni musicista pennella all’interno di ogni pezzo. Un quartetto che porta tutto il proprio animo e sentimento su palco ogni volta che si propone al pubblico.
Come sempre, la direzione artistica di RJF, nella sua ricerca del meglio che il panorama musicale jazz propone, non sbaglia bersaglio.
Un ringraziamento a Rosetum Jazz Festival, agli artisti, al centro Rosetum che ospita e sostiene questo progetto.
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