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World Press Photo Exhibition 2022 al Palazzo delle Esposizioni di Roma

Scritto da Simonetta Alfaro

“Era stato cupo e pioveva … fino al momento in cui abbiamo scalato quel terrapieno. La luce della sera ha fatto irruzione tra le nuvole e ha illuminato tutto in modo così perfetto e ha aperto quel bellissimo arcobaleno sulla valle. Matt indicò i piedi dell’arcobaleno sembrava riposare nel luogo in cui sono state scoperte le tombe dei bambini”. Amber Bracken è vincitrice del premio World Press Photo Contest 2022

Il World Press Photo Contest 2022, il più prestigioso concorso di fotogiornalismo al mondo, ha sancito anche quest’anno i vincitori della sessantaseiesima edizione. In linea con la nuova strategia a selezione graduale, i 4 vincitori finali sono stati selezionati tra i 24 vincitori regionali 2022 per ciascuna delle quattro categorie: Singole, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format per ognuna delle sei zone del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est asiatico e Oceania.
Una visione d’insieme dunque con ben 64.823 candidati, tra fotografie e open format, realizzati da 4.066 fotografi provenienti da 130 paesi.
Ci stupisce ancora una volta l’ inimmaginabile bellezza degli scatti caratterizzati da un fil rouge non solo descrittivo ma anche di critica e di approfondimento su tematiche imprescindibili oggi più che mai.
La fotografa canadese Amber Bracken per il New York Times, si è aggiudicato il World Press Photo of the year. Il prezioso scatto affonda le sue radici nella difficile storia della colonizzazione canadese, è stato realizzato presso la Scuola Residenziale di Kamloops, British Columbia, una istituzione allora creata per i piccoli indigeni del luogo, laddove giacciono 215 tombe anonime presumibilmente appartenute a quei bimbi oggetto di una prepotente e supponente cultura che li voleva assoggettare a sè in ogni modo e con ogni mezzo lecito o meno.
Ed ecco allora lungo la strada rappresentate croci di legno vestite pietosamente da piccoli drappi rossi. La bellezza sublime della foto vincitrice ci guida per mano in un attimo rarefatto quasi metafisico, sospeso tra il reale e il trascendentale. Tanto incredibile lo scatto che la stessa autrice asserisce essere nato con l’ausilio di tante mani. Un tributo alle giovani vittime sepolte nella quiete di quel luogo in cui la morte veglia con un afflato divino visivamente rappresentato in un arcobaleno che si poggia dolcemente sulla collina, dono prezioso di rinascita.
Nella sezione “World Press Photo Story of the Year” il primo premio è andato a “Salvare le foreste con il fuoco” di Matthew Abbott (Australia), un lavoro realizzato per National
Geographic/PanosPictures. L’autore che si definisce un “visual storytelling” racconta
magistralmente attraverso i suoi scatti un antico rito del popolo Nawarddeken del West Arnhem Land, Australia. Un racconto quasi fiabesco nella forza struggente dei colori, per descrivere una forma di maquillage strategico del terreno nota come «combustione a freddo» atta ad impedire possibili grandi incendi così noti e drammatici in quella terra. La loro quotidianità è in perfetta simbiosi con l’elemento “fuoco” un compagno di viaggio che non temono ma che vive contestualmente nelle loro vite.
L’ Amazzonia protagonista invece del “World Press Photo long-term project award”con
“Distopia amazzonica” di Lalo de Almeida (Brasile), per Folha de São Paulo/PanosPictures. Per sottolineare ancora una volta la bellezza primordiale di questa terra incantata ma soprattutto le gravi e urgenti problematiche che la contraddistinguono quali la deforestazione, l’estrazione mineraria e non solo.
Si viaggia ancora nel passato, nei ricordi, nelle preziosità delle conoscenze ancestrali che ancora una volta causa del colonialismo della migrazione forzata si sono perse per sempre.
“Il sangue è un seme” – Blood is a Seed- di Isadora Romero (Ecuador) ha vinto la sezione video, “World Press Photo open format award.” Il video è composto da fotografie digitali e cinematografiche, alcune  delle quali sono state scattate su pellicola 35mm scaduta e successivamente disegnate dal padre di Romero. Bellissimo messaggio a noi contemporanei e ai posteri: quanto sia prezioso la custodia dell’unico e inimitabile nel patrimonio ambientale del nostro pianeta.
Infine, menzione d’onore per A portrait of Absence di Viviana Peretti, fotografa italiana
freelance con base a Bogotà. L’assenza appunto documentata in Colombia, un progetto lungo ben nove anni passati a fotografare e indagare sul crimine di sparizione forzata in quel paese, un pietoso omaggio agli scomparsi con le loro vite spezzate nel dolore sempre vivo delle famiglie di origine.
L’esposizione è ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam, promossa da Roma Culture e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography. La World Press Photo Foundation è un’istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo senza fini di lucro. World Press Photo gode del sostegno della Lotteria olandese e PwC.
La World Press Photo Exhibition 2022 toccherà 70 sedi in 30 paesi. A Roma, in permanenza al Palazzo delle Esposizioni, dal 28 aprile al 12 giugno 2022. Promossa da: Roma Culture e Azienda Speciale Palaexpo Ideata da: World Press Photo Foundation di Amsterdam.
Informazioni e Prenotazioni http://www.palazzoesposizioni.it/

Simonetta Alfaro

 

America_Singles_Online_Amber-Bracken_for-The-New-York-Times

 

Salvare le foreste con il fuoco

Matthew Abbott
Australia, per “National Geographic”/Panos Pictures Salvare le foreste con il fuoco

Southeast Asia and Oceania_Stories_Online_Matthew Abbott_for National Geographic

 

South America_Long-Term Projects_Online_Lalo de Almeida_for Folha de São

Lalo de Almeida
Brasile, per “Folha de São Paulo”/Panos Pictures
Distopia amazzonica

world-press-photo-roma

 

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Simonetta Alfaro

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