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Un nuovo inizio

Scritto da eineBerlinerin

Le ombre non mentono, pensò. Le ombre raccontano storie di luce e assenza, di presenza e perdita.

La luce, quella mattina, si faceva strada dalla finestra come un visitatore inatteso, strisciando sul pavimento di legno, accarezzando i mobili polverosi. Lei si fermò un istante, la tazza di caffè sospesa a mezz’aria, osservando quel gioco di riflessi che animava la stanza. Era una mattina come tante altre, ma quella luce sembrava diversa, come se portasse con sé una promessa o un ricordo dimenticato.
Il rumore del frigorifero riempiva il silenzio. Il suo respiro si univa al suono, lento e regolare. Posò la tazza sul tavolo e si avvicinò alla finestra. Guardò fuori, il sole appena sorto dipingeva il mondo con sfumature dorate. Le auto passavano lente, e il giardino incolto del vicino brillava di rugiada.
Pensò a quante mattine aveva visto passare così, uguali eppure uniche. Ogni alba portava una luce diversa, una nuova interpretazione delle stesse scene. L’uomo della porta accanto usciva sempre alle sette, ma oggi la sua ombra era più lunga, proiettata sulla strada come una promessa di movimento. Le ombre non mentono, pensò. Le ombre raccontano storie di luce e assenza, di presenza e perdita.
Si girò verso il tavolo, dove il giornale era ancora aperto sulla pagina degli annunci. Un annuncio cerchiato in rosso. “Cerco qualcuno per condividere i miei sogni”, diceva. Era una frase semplice, ma la luce che la illuminava la rendeva importante, carica di significati. L’uomo nella foto aveva un sorriso timido, quasi speranzoso.
Sedette e riprese la tazza, osservando ancora la luce. Quella mattina sembrava voler dire qualcosa. Forse era il momento di rispondere a quell’annuncio. Forse era il momento di lasciare che la luce portasse con sé nuove possibilità. Bevve un sorso di caffè, chiudendo gli occhi, lasciando che il calore e l’amaro le riempissero la bocca.
Quando li riaprì, la luce aveva cambiato ancora, riempiendo la stanza di una tenerezza inaspettata. Decise di ascoltarla, di seguire quel sentiero luminoso che la chiamava. Forse la luce sapeva qualcosa che lei ancora ignorava. Forse la luce era un presagio, un segnale che il cambiamento era possibile, che i sogni, anche quelli condivisi, potevano trovare la loro strada verso il reale.
Si alzò mise giù la tazza posandola sul tavolo e uscì mentre la luce la seguiva come un’ombra gentile.

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eineBerlinerin

Sono figlia del mio tempo e cerco il mio linguaggio dopo aver attraversato il dolore vero, quello grande e profondo che pare spaccarti il cuore. A cui io ho deciso di sopravvivere cambiandogli semplicemente una lettera, e così il dolore è diventato colore

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