Dall’altra parte, nello specchio, l’altra me. La guardo. Sta invecchiando. Mi muovo, lei si muove. Non si è ancora stancata, dopo tutti questi anni di imitare ogni mio gesto, la sfacciata! Mi allontano. Si allontana. Con la coda dell’occhio la spio lungo il corridoio. Un raggio di sole alla mia destra, alla sua sinistra, entra di sbieco e colpisce la mensola. Devo spolverare. Non la vedo più ma la immagino muoversi nelle stanze. Le peonie che mi ha regalato Ginevra nel vaso poggiato sul lato destro del mio tavolo, sul lato sinistro del suo tavolo. Un pensiero: quella sera di dicembre quando correndo giù per via Dandolo ho perso il guanto sinistro, lei ha perso il guanto destro?
La mano sinistra e la mano destra. Una la versione speculare dell’altra. Non posso mettere il guanto destro nella mano sinistra. Un pensiero inizia a pungolarmi il cervello.
Amminoacidi, zuccheri, miriadi di altre molecole organiche possono fare le smorfie allo specchio guardando l’altra sé. So ad esempio che per qualche motivo, o forse no, solo per caso, solo una delle due versioni di amminoacidi, sempre la stessa, ha avuto l’occasione di costruire gli organismi viventi. I poveri D- amminoacidi relegati al ruolo di reietti, scartati a favore degli altri, gli L-amminoacidi.
Corro allo specchio e le urlo, dimmi i tuoi amminoacidi sono D o L? La vedo che muove la bocca, urla anche lei, ma non sento. Vado in cucina e decido di preparare una crostata. 150 grammi di burro, 150 grammi di zucchero, saccarosio per la precisione, 3 etti di farina e un uovo. Prendo il limone, grattugio la buccia. Profumo di scorza grattugiata, limonene, D-limonene, sempre per essere precisi. La sua versione speculare, L-limonene, profuma di arancia. So che anche lei, dall’altra parte dello specchio, sta facendo una crostata e sta grattando la buccia del limone da lei L-limonene profumo di limone, D-limonene profumo di arancia
Specchio
Un pensiero: quella sera di dicembre quando correndo giù per via Dandolo ho perso il guanto sinistro, lei ha perso il guanto destro?