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Quatsch (Sognati dal Futuro)

Ricerchiamo un nuovo linguaggio. Perchè abbiamo urgenza di costruire un mondo che ci rappresenta. Nel nostro universo la porta è aperta a chiunque. E’ aperta alla poesia e alla prosa, all’immaginazione e alla realtà, all’istinto documentario e alla menzogna.
Nel mondo in cui vogliamo vivere è carnevale tutto l’anno. Un carnevale dionisiaco e carnale in cui le maschere raccontano e non nascondono, sottolineando la nostra più intima natura di viaggiatori attraverso gli specchi, in continua ricerca delle nostre molteplici facce.
Chi siamo? Siamo tanti. Siamo umani, siamo alieni, siamo la poesia dietro ogni parola, siamo l’incanto dietro ogni stupore, siamo il volto nascosto dietro ogni nota. Siamo un racconto di Orwell, siamo un girato di Kubric, siamo l’ultimo accordo di Frank Zappa.
Siamo l’uomo che è caduto sulla Terra, con i suoi stracci e le sue paure, siamo la sua curiosità e il suo tormento, il suo yin e il suo yang. Siamo la sua ricerca di una via d’uscita. Siamo la sua urgenza di entrare. Siamo il 42. Siamo la risposta a ogni domanda. Siamo ogni domanda a cui non abbiamo risposta. Siamo il brodo primordiale da cui si è sviluppata la vita, siamo la divinità che ha tirato i dadi, siamo il demone che li ha sepolti.
Cosa significa Quatsch? Quatsch è un termine tedesco. Quatsch significa stronzata. Quatsch significa caos. Quatsch è
                                                           CATARTICO
                                         ESIZIALE
                                                                                                              DISARMANTE
                              DISSONANTE
                                                                        CONCENTRICO
    DISTURBANTE
                                                                                                          NONSENSE
Dare un volto, un corpo, un’anima al nonsense. Dargli un odore, annusarlo nei corpi, nelle persone che incontriamo e con cui ci scontriamo, renderlo carne e sangue per narrarlo, per sputarlo, per vomitarlo, per amarlo.
Dal nonsense plasmiamo la nostra immagine, la sporchiamo con le nostre paure, la vestiamo di parole incomprensibili e bizzarre, in un caleidoscopio di forme d’ombra e colori, dentro un’astronave in partenza per lo spazio profondo che porti via il nostro vecchio io, che ce ne rimandi una versione stravagante, capovolta e distorta, dal mondo che vogliamo creare.
Da dove arriva Quatsch? Quatsch è il futuro, è il noi lanciato oltre l’inutile barriera del tempo, è l’incomparabile, è avvenire rivestito di sogni, è passato, è presente in un enorme calderone fumante. Quatsch è il messaggio in bottiglia dall’Isola che non c’è, è una lettera dal poi che ci racconta l’impensabile. Che ci racconta che il futuro siamo noi, che costruiamo Torri di Babele fatte di follia, che inventiamo noi stessi fuori dai confini. Che siamo tempesta, che siamo uragano, che siamo vertigine. Che siamo lacrime. Che siamo sangue. Che siamo noi.
Quatsch siamo noi. Noi siamo Quatsch. Voi cosa siete?

Teaser di  Kay Elle   musiche di Pietro Freddi

About the author

Stefania Pucci

Ho un corpo. Una faccia, due gambe, due braccia, due seni. Ho della pelle, tanta, troppa pelle. Pelle che brucia sotto il dolore, pelle che si squarcia a ogni ferita. Ho delle ferite. Le mie scelte, le scelte di altri mi feriscono. Mi lascio graffiare e ferire. Perchè questo mi rende viva. Imparo dal sangue a scorrere, riverso nel sangue le mie paure. Sono una donna. Sono il mondo. Sono nulla. Sono tutto.

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