A due anni di distanza dal mezzo passo falso fatto con Doggerel, tornano i seminali Pixies con un disco tutto nuovo dal tetro titolo The Night The Zombie Came. Continua, anche, la tradizione dell’avvicendamento della bassista, uno sport molto apprezzato dai ragazzi di Boston: fuori Paz Lenchantin (ex A Perfect Circle e Zwan), per motivi legati ad altri progetti musicali, e dentro Emma Richardson dei Band Of Skulls.
L’avvio è carezzevole con la dolce “Primrose”, che ci conduce verso la più incalzante “You’re So Impatient”, ma a farla da padrone sono i brani semi acustici come le successive “Jane (The Night The Zombie Came)” e “Chicken”. La voce della nuova arrivata si incastra alla perfezione con quella di Francis Black, continuando a portare avanti uno dei marchi di fabbrica imprescindibili della band (“Hypnotised”). Ci sono anche episodi che rimandano ad influenze appena accennate dal gruppo nei tempi recenti come il punk in “Oyster Beds” o il rock ‘n’ roll in “Ernest Evans”.
“Motoroller” fa il pelo al grunge, lo sfiora senza mai accarezzarlo in maniera convinta, restando però uno dei pezzi più suggestivi dell’album, insieme a “Mercy Me”, una vera overdose di drammaticità. Le conclusive “Kings Of Prairie” e “The Vegas Suite” veleggiano placidamente nel mare della navigata esperienza, due pasticcini adatti ai fan più accaniti, che sentivano probabilmente il bisogno di un qualcosa di vero e concreto da parte dei loro beniamini.
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