Sound&Vision

Paola Turci @ Teatro Remondini

Scritto da Valeria Bissacco

Paola rinasce da se stessa. Lei è così e così oggi si ama

PAOLA TURCI – Mi amerò lo stesso
Teatro Remondini Bassano del Grappa (VI)
22.03.2024

Si è conclusa al Teatro Remondini di Bassano del Grappa il 22 marzo scorso la tournée teatrale di Paola Turci in cui, in una inedita veste di attrice, la musicista e cantante romana ha portato in scena il suo spettacolo “Mi amerò lo stesso” con la regia di Paolo Civati.
Un intenso monologo di 90 minuti in cui, da sola sul palco affiancata soltanto da due chitarre e una poltrona, Paola Turci racconta la sua vita fin dalla prima infanzia, e che si conclude con l’episodio dello spaventoso incidente accadutole il giorno di Ferragosto 1993 sulla Salerno-Reggio Calabria, che le ha cambiato la vita e per sempre anche il volto.
Tutto il racconto si muove dalla sua interiorità, dalla sua condizione giovanile di ragazza “strana” prima di giungere all’artista qual è, dapprima osteggiata dalla famiglia e poi capace di intraprendere un percorso impegnativo e tortuoso per giungere all’accettazione di sé. Paola racconta il modo in cui ha attraversato il suo malessere, l’adolescenza e le difficoltà con l’obiettivo forte ed unico di poter vivere della sua musica.
A parte l’accenno all’esibizione sanremese che la vede esordiente sul grande palco del Festival nel 1986 con il brano L’uomo di ieri e che scorre con immagini d’epoca alle sue spalle, tutta la performance di questa sera si svolge come un dialogo tra Paola e se stessa. Al centro della scena un’unica protagonista che si muove con grande misura, con una padronanza del linguaggio comunicativo e con una forte caratterizzazione emotiva del personaggio, lei stessa appunto, in questo racconto autobiografico scritto con Alessandra Scotti e prodotto da Stefano Francioni e Friends & Partners.
Lo spettacolo, che porta lo stesso titolo del libro pubblicato da Mondadori nel 2014 a cura di Enrico Rotelli (che questa sera è presente in sala) è appassionante, a tratti molto accattivante sia dal lato umano che artistico: Paola imbraccia brevemente la chitarra e fa solo un accenno a qualche episodio della sua carriera di musicista, ma sono solo pochi accordi. L’attenzione, subito catturata dalle scarne immagini che appaiono di sfondo, si rivolge poi sulla mimica e sulla forte personalità di Paola che si confronta all’inizio con i suoi familiari, per poi  misurarsi e raccontarsi attraverso le sue stesse paure ed inquietudini. Lo spettacolo appare quindi come una forma di autoconsapevolezza e infine di gratificazione per ciò che lei stessa con il tempo ha raggiunto, anche se poi l’aspetto della fama, della notorietà e del successo che di cui già sappiamo è veramente marginale in questo monologo. Si tratta infatti di un racconto psicologico, un dialogo interiore, che cattura l’attenzione del pubblico attento e spesso ne solletica le reazioni con sottile ironia.
L’artista si svela con semplicità e immediatezza, ma senza voler (o dover) dimostrare per forza nulla al pubblico. Il forte accento romano che caratterizza la sua parlata è parte stessa del suo modo di essere aldilà delle canzoni che tutti conosciamo. Solo nel momento dell’incidente tutto cambia, la voce diviene distorta e lentissima, i movimenti sul palco quasi azzerati. Paola rinasce da se stessa e una delle più belle canzoni d’autore italiane, Il bacio sulla bocca di Ivano Fossati, conclude la storia e fa da preludio al futuro.
Solo alla fine, dopo gli applausi finali, i ringraziamenti, i saluti, i sorrisi, Paola Turci cede alla richiesta di cantare un brano suo, Mi amerò lo stesso. Ma lo fa a cappella, come se improvvisasse, come se si fosse volutamente spogliata di ogni esteriorità superflua, e sentiamo il canto sgorgare da dentro con estrema facilità e con naturalezza. Come se ci stesse dicendo che in fondo lei è così, aldilà delle apparenze, aldilà degli sfregi che la vita le ha lasciato nell’anima o delle cicatrici sulla faccia: lei è così e così oggi si ama.

Si ringrazia Fiabamusic , in particolare Francesca per la disponibilità, nonché il personale del Teatro Remondini per la gentilezza.

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About the author

Valeria Bissacco

Sono nata sotto il segno dei Pesci, sono diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vivo in Veneto e mi occupo di fotografia per passione praticamente da sempre. Amo la musica italiana e da quando avevo 12 anni seguo i concerti dei miei artisti preferiti e li fotografo, unendo così le mie due più grandi passioni. Pratico Arti Marziali (la mia terza passione), insegno Karate ai bambini e alle persone con disabilità, mettendomi in gioco ogni giorno sul tatami come nella vita. Il mio bisogno di nutrirmi di bellezza mi porta spesso in giro per l’Italia e l’Europa a visitare musei, assistere a concerti, eventi, esposizioni d’arte o semplicemente (da vera pesciolina) su una spiaggia solitaria in Grecia ad ammirare e respirare il mare.

Per ZONA Editore ho curato l’inserto fotografico del libro: Francesco Baccini, ti presto un po’ di questa vita, e ho pubblicato una raccolta di racconti che prendono spunto dalle canzoni della mia vita: Margherita, Alice e le altre.
Ho esposto le mie foto a Milano, Treviso e Castelfranco Veneto.
Alcune mie immagini compaiono all’interno della copertina di album di Francesco De Gregori, nel dvd di Dalla e De Gregori Work in progress, e nei dischi di altri musicisti emergenti.
Mie foto di De Gregori sono inoltre in copertina di una storia della canzone di De Gregori a cura di Enrico Deregibus e all’interno di altre pubblicazioni a carattere musicale.

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