Lo abbiamo preso quel veliero, con un biglietto d’onore grazie a YAMAHA MUSIC EUROPE nella persone del sig Giovanni Innantuoni che ringraziamo molto per averci dato questa opportunità.
Ascoltare Marialy Pacheco, sia suonare che chiacchierare amabilmente con il suo pubblico, è un piacere che poche volte abbiamo provato ascoltando un concerto. Ci confida che i suoi “supereroi” sono Gonzalo Rubalcaba, Victor Gould e colui il quale, così ci racconta con una forte dose di rispetto per Keith Jarrett, le ha aperto il mondo di quella che sarebbe poi diventata la sua “musica di vita”.
Nata tra le note musicali non fatica a prendere confidenza con il pianoforte in tenera età, conseguendo poi tutti i vari livelli di studio musicale nella sua terra natale a l’Avana. Si trasferisce in Germania e come ci racconta, divertita, si ritrova a dover fare i conti con un modo di vivere molto “imbavagliato”.
“… A Cuba la musica è padrona, quando ci si trova per parlare si parla sopra la musica che è per definizione preponderante. In Germania…shhhh …. bisogna parlare sotto la musica… bah!”
Meraviglioso il suo pianismo, delicato e veloce, con molta improvvisazione su temi ben conosciuti. In rispettoso silenzio, memori dell’interruzione che Keith Jarrett fece al suo concerto per un colpo di tosse di uno spettatore con successivo predicozzo, quando Marialy Pacheco ci propone My Song proprio di Jarrett.
Difficile trovare altre parole per descrivere la bellezza della musica di Marialy Pacheco, un concerto davvero unico.
Ringraziamo ancora una volta YAMAHA MUSIC EUROPE, l’università Bocconi, Cesare Picco curatore della rassegna e ovviamente Marialy Pacheco per la sua grande musica.
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