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Ljuba Spreafico & Maria Teresa Tedde – Il Calice d’Oro

Il 30 aprile (ore 19.30) secondo appuntamento della “Prima Rassegna D’Arte Il Calice D’Oro”: è la volta di Ljuba Spreafico (La fabbrica delle parole), con l’esposizione di gioielli Poesia a stralcio-L’arte della cancellatura incontra la poesia di Maria Teresa Tedde.

Il 30 aprile (ore 19.30) secondo appuntamento della “Prima Rassegna D’Arte Il Calice D’Oro”: è la volta di  Ljuba Spreafico (La fabbrica delle parole), con l’esposizione di gioielli Poesia a stralcio-L’arte della cancellatura incontra la poesia di Maria Teresa Tedde. Durante la serata di inaugurazione della mostra-visitabile fino al 9 maggio- interverrà anche la poetessa Maria Teresa Tedde, che presenterà la silloge poetica I reticoli dell’anima (Pluriversum Edizioni), testo di riferimento per l’ideazione, da parte dell’artigiana Ljuba Spreafico, di gioielli creati con l’impiego della tecnica della cancellatura di Emilio Isgrò. Il reading poetico sarà accompagnato dalla atmosfere sonore del musicista e discografico Salvatore Papotto aka Berlin Babylon Project, confezionate in instant composing. Nella rilettura de “I reticoli dell’anima”– racconta l’artigiana Ljuba Spreafico- ho voluto evidenziare le parti più pure del pensiero di Maria Teresa Tedde scegliendo come colori quelli del cielo e della spiritualità, proprio ad interpretare la natura invisibile dell’energia dell’amore. La piuma rappresenta il messaggio portato attraverso l’aria, impalpabile ma reale; come per gli uccelli che hanno in sé traiettorie definite tramite reticoli a noi invisibili. La piuma è quella della ghiandaia, uccello simbolo di determinazione, di coraggio e di curiosità, proprio come la poetessa che attraverso la sua resistenza e adattabilità ha trasformato il dolore in creatività e slancio vitale. Per orientarci nello spazio dell’anima- spiega la poetessa Maria Teresa Tedde– non abbiamo coordinate chiare come quelle matematiche dei reticoli geografici. Dobbiamo inoltrarci in un terreno impervio, fra luci e ombre in cui l’anima traccia percorsi aggrovigliati. Lei sa bene che cosa vuole, con chi vuole stare, e non ha limiti di codici di buona convivenza: spalanca vie energetiche che collegano anime affini. Ha un bel daffare, l’anima, ma quando riesce ad agganciare la sua anima gemella, si creano sulla terra delle feconde sinergie. Può essere per un’ora, un mese, un anno o più, o per tutta la vita. L’anima ha un solo scopo: illuminare zone di amore per riscoprire la gioia di stare insieme. Tutto diviene chiaro per noi quando riusciamo a gioire e fremere di fronte a uno sguardo, quando ci sembra di aver sempre conosciuto quella persona, pur vedendola per la prima volta. Nascono amicizie, sorellanze, fratellanze, amori. Lo sguardo dell’anima è lungo, profondo, sereno. I suoi reticoli illuminano l’universo. E la poesia, l’arte, cantano, volano nell’infinito che la mente non può cogliere. Per questo motivo ogni forma d’arte genera emozioni di livello superiore. Prosegue la poetessa: C’è poi il senso dei “reticoli”creati dalla mente: al contrario dell’anima, la mente è selettiva, razionale, analitica. Non segue percorsi di unione se non a scopo utilitaristico. Non ascolta i palpiti del cuore, crea griglie con l’intento di pianificare e semplificare le attività che siano base di “sapere essere e fare nel mondo”, utili per questa funzione specifica. Ma accade che spesso gli uomini applichino questa”griglia” anche per sfere emozionali, riducendo così i sentimenti ad equazioni matematiche di efficienza: così l’essere umano, convinto di operare le giuste scelte, ragionate, si trova prigioniero della mente. Quando si riuscirà a creare armonia fra le due, anzi tre, istanze- Anima, Cuore Mente- allora l’uomo troverà la sua Libertà. Ma non so se questo potrà mai avvenire in questa nostra realtà, se non in esseri speciali, spiritualmente illuminati. La cancellatura- scrive la curatrice della rassegna Claudia Erba, nel Catalogo D’Arte della manifestazione contaminandosi fortemente con la letteratura, viene quasi a farne parte integrante, a costituire con essa un unicum inscindibile, in un gioco di chiusure e aperture, occultamento e disvelamento. Spreafico fa breccia nei nostri limiti conoscitivi e inventivi, ridisegnando di volta in volta i confini mobili del terreno emozionale, scardinando e ricomponendo un sistema di fili esilissimi, complanari, per restituirci un’inquadratura diversa dello spazio dell’anima. L’ombra avvolge alcune parole, ne libera altre. Il reticolo si imbeve di luce, deviata- o riflessa- in diverse direzioni. Nell’atto dell’espunzione, della decostruzione- dello stralcio appunto-si manifesta una tensione allo sfondamento e allo sconfinamento che custodisce, intrinsecamente, il valore di un un prezioso e ineffabile quid pluris.

 

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