Il cantautore Niccolò Fabi ha scritto e cantato un inno ai suoi capelli, un moderno Sansone che trae forza e vitalità dalla sua lunga chioma.
Io qui voglio lodare le unghie e la loro resilienza. Le cosiddette formazioni cornee che coprono le estremità dell’ultima falange delle dita sono la parte del corpo più zen che noi abbiamo. Ci avete mai pensato? Immobili, incolore, sono le più esposte alle intemperie, costrette a seguire l’incessante movimento delle dita, indifese contro gli attacchi dei nostri denti aggressivi o costrette a una guerra civile quando, nervosi, le facciamo fastidiosamente stuzzicare dalle loro consorelle.
Ci divertiamo a mascherarle con materiali sintetici e maleodoranti come gli smalti e il gel dai colori più improbabili anche su quelle maschili di questi tempi. Infliggiamo alle nostre unghie torture quali, il taglio netto o la graffiante e immagino dolorosa limatura ma se le teniamo più lunghe rischiano grosso: dal continuo martellamento mentre usiamo la tastiera di un pc o l’improvvisa e accidentale rottura asimmetrica di una di esse.
Per non parlare delle unghie dei piedi, imprigionate al buio e nella costrizione invernale in scarpe spesso scomode, non areate e pesanti poi improvvisamente liberate d’estate ma esposte alla polvere e alla sporcizia.
Eppure le nostre unghie, silenziose e discrete, ogni volta riprendono il loro cammino, seguono la legge della natura, ricrescono lentamente, si rinnovano, riprendono il sopravvento sul molle e arrossato polpastrello, non hanno memoria delle nostre sevizie e accettano il loro incerto destino. Prima di mostrare minacciosamente le unghie proviamo, qualche volta, rispettosamente a osservarle.
Artwork: #eineBerlinerin