La pizza branché
Occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”,
Mutande griffate e fuoriserie perché sono un uomo vero.
Vivo a Montecarlo per mille buone ragioni,
Tra l’altro non vi circolano gli straccioni.
Poveri e comunisti mi stanno proprio sul cazzo,
Li spedirei su Marte con un razzo.
Brulico di idee geniali, sono un vulcano,
Mi vengono quando dormo sul divano.
Nella finanza mi muovo di soppiatto,
Lesto e sinuoso, proprio come un ratto.
Stile alla pizza voglio conferire,
Da cheap a branché la voglio trasformare.
Lunga lievitazione, ottime materie prime, una cottura adeguata
Non rendono la pizza degna di esser mangiata.
Mangiare su un piatto di Limoges, invece, è un’altra cosa,
Si sprigionano olezzi di verbena, di patchouli e anche di rosa.
Se la tovaglia è ricamata dalle suore,
La pizza avrà tutt’altro sapore.
Il cameriere vestito di tendenza,
Del gusto farà la differenza.
Sicuramente tu, misero mortale,
Ci berrai sopra una birra artigianale,
Ma non puoi dire di aver davvero vissuto
Se uno Château Lafite del 1787 non hai bevuto.
Tutto è pronto, allocchi, l’insegna ha preso a lampeggiare:
entrate, sedetevi e cominciate a sborsare.
Poesia di Red Sheep
Copertina di eineBerlinerin