Sound&Vision

La Caduta di Troia @ Estate Fiesolana

Scritto da Stefania Pucci

SOund36 è mediapartner di Estate Fiesolana

dal Libro II dell’Eneide
interpretato da MASSIMO POPOLIZIO
musiche di STEFANO SALETTI – eseguite in scena da BARBARA ERAMO voce e percussioni STEFANO SALETTI oud, bouzouki, bodhran, voce – PEJMAN TADAYON kemence, ney, daf
produzione Compagnia Umberto Orsini

Dal secondo libro dell’Eneide nasce “LA CADUTA DI TROIA”, ne è interprete Massimo Popolizio, voce magnetica e inconfondibile, tra gli attori più importanti del panorama nazionale.
Il tema è quello dell’inganno. L’immenso cavallo, dono dei Greci, viene trasportato nelle mura di Troia, ma si trasformerà per i troiani in una macchina di morte e distruzione. Alla corte di Didone, Enea narra, descrivendo con “indicibile dolore “, quella notte di violenza e di orrore. Le parole di Virgilio sembrano uno storyboard, una sorta di sceneggiatura ante litteram e “attraverso quelle parole – dice Popolizio – cercherò di creare vere e proprie immagini, di far vedere ciò che è scritto”.
Le musiche di Stefano Saletti sono arricchite dalla presenza del musicista iraniano Pejman Tadayon che suona il kemence, il daf e il ney, antichi ed evocativi strumenti della tradizione persiana. Le lingue cantate sono il ladino, l’aramaico, l’ebraico e il sabir, antica lingua del Mediterraneo. Saletti suona in scena strumenti come l’oud, il bouzouki e il bodhran per risaltare le atmosfere animate da Massimo Popolizio e la voce limpida di Barbara Eramo, che si muove tra melismi e scale di derivazione mediorientale.
Una vera e propria “partitura” che fa di questa pièce un’operina a sé, dove la voce di Popolizio si fa corpo e materia.

Testo: https://www.bitconcerti.it/massimo-popolizio.html
Foto di Stefania Pucci

About the author

Stefania Pucci

Ho un corpo. Una faccia, due gambe, due braccia, due seni. Ho della pelle, tanta, troppa pelle. Pelle che brucia sotto il dolore, pelle che si squarcia a ogni ferita. Ho delle ferite. Le mie scelte, le scelte di altri mi feriscono. Mi lascio graffiare e ferire. Perchè questo mi rende viva. Imparo dal sangue a scorrere, riverso nel sangue le mie paure. Sono una donna. Sono il mondo. Sono nulla. Sono tutto.

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