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La ballata della farfalla

Scritto da Sylvie Freddi

vi ho detto che sono una farfalla
leggera volo nell’aria
sento il vento che tiepido sfiora le mie ali
volo di fiore in fiore
non mi credete?
eppure è quello che sono
basta che aprite gli occhi
aprite gli occhi vi prego
andate oltre a quello che avete davanti

La ballata della farfalla

Ferita
scompaio dietro una parete di ovatta
smetto oggi di parlare
di sentire
non voglio ascoltare
non voglio essere vista
non vedo nessuno
lascio perdere tutto
mi trasformo in una farfalla
libera
riposo su un cuscino di muschio
perdo conoscenza
e poi capisco chi sei
sei quello che devo vedere
quello che devo amare
quello che mi entra sotto la pelle striscia e mi mangia la carne
sei tu
il cuore si ferma galleggia in mezzo alla stanza
cerco di acchiapparlo
la mia mano incontra il vuoto
il mio cuore è vuoto?
o son io inconsistente
forse sono fatta di non materia
la materia oscura permea l’universo
e mi risucchia
tento di aggrapparmi alle pareti della stanza
ma si dilatano e diventano talmente fini che si spezzano
un tubo nel braccio
una goccia entra nelle vene seguita da un’altra e un’altra ancora
un fiume rosso sostituisce il sangue
mi gira la testa
un martello pneumatico trivella le tempie
farfalla sono una farfalla
volo sopra ogni cosa
ho due belle ali gialle con delle strisce azzurre
sento un sassofono suonare
è lontano
forse in un’altra epoca
mamma chi sta suonando il sassofono?
mamma
mamma
mamma dove sei?
voglio venire con te
mamma non riesco a vederti
non mi lasciare qui sola
ti prego non mi lasciare
fammi morire
mamma fammi morire
i polsi mi fanno male
perché li stringono così forte?
voglio essere una farfalla
fatemi essere una farfalla
voglio volare leggera
oltre quel muro di cemento
voglio arrivare in un prato
lì c’è il sorriso di lui che mi attende
il prato è pieno di fiori
uno due tre quattro cinque sei
non voglio sentire
sette otto nove
state zitti
dieci undici dodici
levatemi questa forma
questo biocorpo è sbagliato
io non sono umana
mi sentite?
io non sono umana
sul cellulare ho una foto
è la foto di me
di me con la mia forma originaria
non è questa
chi mi ha dato questa forma
siete stati voi?
chi vi ha autorizzato a darmi questa forma?
io non la voglio,
vi dico che non è la mia
lo sentite anche voi?
fate stare zitto quel cane
il suo latrato mi perfora i timpani
ora lo uccido
mi date il permesso di ucciderlo?
perché non mi rispondete?
voglio eliminare lui e il suo latrare
forse sono io il cane
sono io il cane?
è questa la mia forma?
non voglio essere un cane
vi ho detto che sono una farfalla
leggera volo nell’aria
sento il vento che tiepido sfiora le mie ali
volo di fiore in fiore
non mi credete?
eppure è quello che sono
basta che aprite gli occhi
aprite gli occhi vi prego
andate oltre a quello che avete davanti
guardate l’essenza
quella mia
quella vera
non ce la fate
non è colpa vostra
avete gli occhi cuciti con un filo rosso
è un filo di nylon
lo vedo luccicare sotto le gocce di sudore
se volete ve lo tolgo
liberatemi i polsi e vi levo il filo di nylon
non si lega una farfalla
è peccato
andrete tutti a bruciare all’inferno
l’inferno mi fa paura
forse anch’io andrò all’inferno
le farfalle vanno all’inferno?
la mano non sento più la mano
mi avete tagliato la mano?
come farò ad accarezzarlo
lui smetterà di amarmi
ridatemi la mano
lui mi aspetta
è lì fuori ne sono sicura
la sua pelle è calda
conosco il suo odore
profuma di lui
non sento più il mio corpo
mi sto forse trasformando?
ehi chiedo a voi
mi sto forse trasformando?
devo essere una farfalla,
per forza una farfalla
mi sentite?
afona
non sento più la mia voce
leggete le mie labbra
vi prego la mia voce non c’è più
sto scomparendo,
avete sbagliato protocollo
sto scomparendo
sento ancora le dita muoversi
mi sentite?
le mie dita si muovono
le vedo
sembrano cinque piccoli vermi che si contorcono per tornare nella terra
come quelli che trovavo con i miei fratelli nel letame
li prendevo e li tiravo per farne due pezzi
li infilavo nell’amo facendoli scivolare lungo la curvatura del ferro
presumo che li infilzassi dal sedere
non vorrete farmi diventare uno di quei vermi
vero?
non mi piacerebbe proprio
non tanto per il letamaio
ma per la storia dell’amo
mi sentite?
non voglio diventare un verme
perché ve ne state lì a guardarmi
immobili come statue
riesco a vedere i vostri occhi dietro il vetro del casco
sono sei piccoli occhi
due talmente neri che mi pungono come spilli
altri due di un blu così chiaro che sembrano quelli di un morto
ma tu con quei due verdi gelatinosi non puoi essere insensibile
mi devi vedere
perché anche tu come gli altri non sbatti le ciglia?
forse le sbatti allo stesso momento mio
è per questo che non le vedo
allora vuol dire che siamo connessi
mi puoi far diventare una farfalla?
non stare lì fisso
guardami negli occhi
muovi leggermente la testa
mi ricordi mio fratello
ma i suoi occhi erano più belli dei tuoi
lui era più grande di me
mi proteggeva da voi
mi ha nascosto per venti anni
dov’è mio fratello?
avete inserito anche lui nel protocollo?
era bello mio fratello
prendevo uno dei suoi ricci tra le dita
lo stiravo fino a lasciarlo andare
e quello si riarrotolava di nuovo
anche tu sotto lo scafandro hai i capelli ricci?
mi manca il fiato
un suono basso tondo che si espande nella stanza
mi fa volare via.
vorrei suonare la tromba
mi date una tromba?
andrebbe bene anche un flauto
uno di quelli piccoli in bambù con gli uccellini dipinti sopra
vorrei rimanere sott’acqua senza mai riemergere
mi farebbe bene
eliminerebbe tutte le cose cattive che ho nel corpo
eliminerebbe pure tutti voi che mi state intorno
scomparireste così come il dolore
perché mi fate male?
non lo sopporto più
non potete smettere?
voi non sapete come si chiama il mio uomo?
era poi un uomo o una donna?
io sono una donna?
sono una donna?
devo per forza essere una donna
non riesco a vedere se ho il seno
forse non sono già più umana
ma sono sicura che il mio amore è un lui
almeno credo
ha promesso di portarmi in riva al mare
nuoteremo fino alla piccola isola di fronte alla spiaggia
lì faremo l’amore
voi avete mai fatto l’amore in mezzo al mare?
odore di alghe e di sale
forse mi ci hai portato al mare
mi ricordo le rocce nere tonde lisciate dalle onde
mi ricordo che mi indicavi il punto dove prendevi le cozze insieme a tuo padre
il sole stava tramontando di fronte a noi
tu mi hai detto che avevi sognato di portarmi lì
mi hai detto che nel sogno mi baciavi
così mi hai fatto sedere su una roccia un poco più piatta delle altre
mi sei seduto accanto
mi hai preso il viso tra le tue mani ruvide
mi hai baciato
le tue labbra sapevano di mare
mi manchi
mi mancano le tue mani
le tue carezze
il tuo respiro dentro al mio
mi manca il tuo amore così più sicuro del mio
io sono scappata
pensavo mi convenisse
ho nuotato
ho nuotato veloce
avevo paura che mi potessi raggiungere
ho nuotato fino a riva
i piedi sono affondati nella sabbia
ho preso i miei vestiti
sono corsa sulla strada asfaltata
non mi sono voltata
ho sentito il tuo cuore spaccarsi come un melograno maturo
ho sentito il tuo amore sparpagliarsi nel vento
avrei voluto fermarmi
te lo giuro avrei voluto
ma non l’ho fatto
ho continuato a correre
speravo che quella strada si arrotolasse intorno a me facendomi sparire
voglio tornare su quella spiaggia
devo tornarci
lui mi aspetta lì tutto spezzato
non ve ne frega niente
siete egoisti
non avete più niente di umano
tu con gli occhi verdi sei il più cattivo
perché so che mi senti
mi devi sentire
ti vedo
vedo le tue pupille muoversi

sento una musica dolce
alcune note di pianoforte
mi sciolgo
sono triste per me
trasformatemi in quello che volete
non me ne importa più
il mio cuore rimarrà lo stesso

Testo e copertina di Sylvie Freddi

About the author

Sylvie Freddi

Spazio, ultima frontiera. Io sono S e vi racconterò i viaggi dell'astronave Quatsch durante la sua missione diretta all'esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.

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