Sound&Vision

Kenny Wayne @ Blue Note

Scritto da Erminio Garotta

Il Blues è la musica del diavolo. Kenny Wayne, al pianoforte, dimostra che il famoso patto con il diavolo funziona; una grinta e una voglia di coinvolgere il pubblico infinita

Tommy Johnson bluesman del delta racconta: “Se vuoi imparare a comporre canzoni per conto tuo, prendi la chitarra e vattene dove una strada ne incrocia un’altra, dove c’è un crocicchio. Arriva lì giusto un po’ prima di mezzanotte. Prendi la chitarra, siediti e suona un pezzo… Devi andarci da solo, sederti e suonare. Un enorme uomo nero arriverà e prenderà la chitarra, e l’accorderà. Suonerà un pezzo e ti renderà la chitarra. Questo è il modo in cui ho imparato a suonare tutto quello che voglio”
La musica del diavolo…
Il Blue Note di Milano ospita, a suo rischio e pericolo, uno di questi bluesman, Kenny “Blues Boss” Wayne, ormai nella boogie woogie piano Hall of Fame, e subito la platea, di solito molto ordinata e “compìta” si scioglie immediatamente sotto le note del primo pezzo del gruppo di Wayne.
Tempo con i piedi (non con uno solo…) battiti di mani, qualcuno anche con un ancheggiare “alla sedia”. La musica è coinvolgente al massimo, Kenny Wayne, al pianoforte, dimostra che il famoso patto con il diavolo funziona; una grinta e una voglia di coinvolgere il pubblico infinita. Lui è il leader, ma lascia molto spazio ai suoi colleghi sul palco. Assoli di chitarra e di basso sono praticamente presenti in ogni pezzo, la batteria instilla nei musicisti un tempo che non molla mai, in ogni pezzo.
Si, possiamo affermarlo con certezza, il Blues è la musica del diavolo!
Sul palco del Blue Note abbiamo ascoltato insieme a Kenny Wayne al pianoforte, Russel Jackson al basso, Yuji Ihara alla chitarra, Joey Di Marco alla batteria.

Un ringraziamento al Blue Note che ci ospita sempre con molta disponibilità, al suo suo ufficio stampa ABG PR, ai lavoratori dello spettacolo, ai lavoratori del Blue Note che ci sopportano, agli artisti.

Articolo e Foto di Erminio Garotta

 

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About the author

Erminio Garotta

Segnati dal futuro, eppure, il futuro, il nostro, ancora non lo conosciamo. Se vogliamo mettere in crisi un motore di ricerca nella rete, dobbiamo cercare proprio "segnati dal futuro"in italiano.
Provate e vedrete; prima il motore di ricerca proverà a correggervi, ".. devi scrivere SEGNALI... allora qualcosa potrò farti leggere" poi insistendo a scrivere SEGNATI il suddetto motore si arrenderà e vi farà vedere comunque "..SEGNALI..".
Siamo quindi segnati dal futuro? Ovvero non potremo fare le nostre scelte senza che qualcuno ci indichi la strada? Non voglio pensarci e non voglio crederci. Sono in questo angolo per provare a dimostrare che il futuro sarà il mio e segnato da me. Ho poche armi a disposizione ma quelle che conosco le userò bene. QUATSCH!

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