Un piacevole scambio di battute con il cantautore Francesco Di Bella, fondatore agli inizi degli anni Novanta della band rock 24 Grana e ora solista. Il suo ultimo album Acqua Santa, uscito il 31 gennaio scorso, è un concentrato di testi poetici che abbracciano un sound intimo ed essenziale dove sonorità morbide e incisive allo stesso tempo ben si sposano con la voce e la lingua napoletana. Un disco che canta l’amore sotto vari punti di vista, così come si vive nel quotidiano e dove predomina l’elemento acqua “vettore di vita psichica” per l’autore.
Prima di chiederti dell’ultimo album, sono curiosa di sapere: da cosa nasce la tua passione per la musica e per la scrittura?
Fin da piccolo ho sempre ascoltato musica, ho iniziato molto presto a comprare dischi e scrivere canzoni mi è sempre venuto naturale; inoltre sono anche un vorace lettore e mi ha sempre appassionato scrivere storie.
Acqua Santa è un disco che celebra l’amore nelle sue varie sfaccettature. Puoi dirci qualcosa al riguardo? E che valore ha per te l’elemento “acqua”?
“L’amore com’è nella quotidianità”, mi è piaciuto raccontarlo nelle sue fasi di stallo, quando dubbi e incertezze si nascondono nel buio insieme alle paure. Per quanto mi riguarda lì c’è il vero amore, quello disposto al sacrificio e all’altruismo.
L’acqua sicuramente è l’elemento che pulisce, purifica in senso spirituale, ma anche ciò che guardi in superficie e di cui immagini la profondità. L’acqua è un vettore di vita psichica.
A cosa t’ispiri prevalentemente per scrivere i testi?
Alla vita e ciò che mi gira intorno, cerco sempre di mettere qualcosa di mio nelle storie che racconto per sentirle più vicine e reali, anche quando m’ invento dei personaggi.
L’uso del napoletano è forma espressiva dell’anima per te?
Mi trovo molto a mio agio a scrivere in napoletano perché è una lingua che ha una storia letteraria fatta di poesie e canzoni, ma ha anche un suo realismo dato dal fatto che si usa nel quotidiano. Mi piace quando un testo avvicina queste due cose, letteratura e voci di strada.
Quali sono stati nel corso della tua vita e carriera artistica i principali ascolti e riferimenti letterari?
Tantissimi, ho una collezione di dischi importante e mi considero un vero appassionato, ascolto musica da sempre e ho ascoltato moltissimi generi. L’elenco è lungo, ma tra le cose che legano musica e letteratura, l’artista che preferisco è Bob Dylan. Ho quasi tutti i suoi album e leggo ogni sorta di saggi su di lui e sulle sue canzoni, mi appassiona.
Hai mai pensato, o ti è stato proposto, di scrivere un libro di poesie? I tuoi testi effettivamente già lo sono…
Sì, qualche volta ci penso, però poi sono sempre troppo focalizzato sulle canzoni. Mi piacerebbe.