Un viaggio dentro il mese più assurdo e prolifico del 2014
Abbiamo aspettato, sbuffato per i perenni rinvii, messo in replay sporadici singoli e featuring per giorni e giorni, spulciato tracklist e cover art in attesa dell’uscita dei progetti dei nostri artisti d’oltreoceano preferiti. Avevamo quasi perso la speranza. E poi, all’improvviso, è arrivato Ottobre, e un’orda di progetti si è abbattuta su di noi, rendendoci incapaci di intendere e di voler scegliere tra le miriadi di mixtape e album usciti, con il picco raggiunto ad Halloween, dove la mole di uscite ha toccato vette quasi insensate. Ce n’è davvero per tutti, nessuno escluso… come se non sapessimo già che l’esagerazione è nel DNA (anche musicale) di questa fantastica nazione che ha dato i natali all’hip-hop.
28/10 – Young Chop, Still (Warner Bros./Chop Squad)
In due anni Young Chop è passato dal dominare la scena locale di Chicago coi suoi beat a produrre hit per chiunque, da French Montana a Big Sean e Kanye West passando per Diddy e mille altri. Eppure, il suo LP di debutto, Still, lo vede riabbracciare la sua terra natia, includendo nel progetto i coetanei coi quali ha raggiunto la fama. Il disco si divide tra due stili di produzione: uno duro, punitivo, gotico, quello dei suoi inizi, con “Murder Team”, “Finer Things” e “Bang Like Chop” a tenere alta la tensione energetica del progetto. L’altra faccia di Still è invece melodica, dolce, sognante, e qui Chop stupisce pur usando la formula originaria del suo successo. Piazzare Chief Keef su “Still” e “Valley” è infatti la scelta vincente dell’album: Keef è meraviglioso e soave in entrambi i pezzi, graziando (e forse salvando) col suo cantato un disco in cui le contribuzioni di gente come Lil Durk, Lil Herb, Lil Reese e Ty Dolla $ign non erano state abbastanza convincenti. A volte le vecchie soluzioni sono le migliori.
28/10 – Future, Monster (Epic/A1FBG/Freebandz)
Con l’ascesa di individualità a lui similari come Young Thug e Rich Homie Quan, Future è forse stato dato per decadente troppo presto. Il reinventore dell’autotune ha, infatti, lanciato un ruggito reclamando il proprio regno con Monster. Il tape è reminiscente dei suoi primi lavori, ed è prodotto principalmente dall’astro nascente del beatmaking Metro Boomin. Le sonorità dark, quasi aliene di Metro si sposano fantasticamente con l’altalena di crooning e rap ai limiti dell’urlato di Future, che con la title track, “Radical” e “After That” sembra davvero voler tornare alle sue origini. Ma sono i suoi lamenti robotici a mostrarne sempre la parte migliore, ed ecco allora la double face “Throw Away”, “My Savages”, “Codeine Crazy” e soprattutto “Hardly”, sature di malinconia e inconsolabile tristezza. Dopo il comunque positivo ma non straordinario album Honest, un ritorno (che ritorno poi non è) assolutamente gradito.
Patrizio Corda