Articolo di Tiziano Tizzo Pappavero
Foto di Yamilè Barcelò
Cuba, lo si sa, è la patria dei ritmi caraibici. Le note di mambo, rumba, son, salsa, jazz, afro latino e cha-cha-cha ( genere musicale proprio nato nell’isola ed è tra i ritmi di provenienza afro-cubana forse quello che ha goduto di maggiore popolarità.), risuonano in ogni angolo, in ogni arteria della città e dalle mani di contadini che s’inventano strumenti musicali donati dalla natura in campagna. La musica non è soltanto un’espressione artistica, ma compagna di vita quotidiana.
Il Blue Note ha celebrato questa mitica isola affidando il palco al ConClave 6et, un collettivo di abili musicisti uniti dalla missione di diffondere la propria cultura attraverso una varietà di stili derivati dalla musica afrocubana.
Fondato nel 2015 dal trombonista Humberto Amésquita, questo gruppo vanta collaborazioni di rilievo con alcune delle icone più autorevoli del genere. Lo stesso Humberto, che sin dall’inizio mette in chiaro di non essere nato a Cuba ma bensì in Perù, da voce alla serata introducendo la storia del gruppo, i colleghi che dividono il palco insieme a lui e presentando con grande onore in qualità di ospite di eccezione al talentuoso cantante Dayan Carrera.
L’unica nota dissonante Dimitris Christopoulos al basso. Ci chiediamo tutti cosa c’entra un greco in tutto ciò? Come può trasmettere l’essenza di un paese così distante sia in km che in atteggiamenti? Mi sono poi ricreduto davanti alla grande professionalità e la tecnica precisa ed accurata nell’esecuzione dei brani proposti.
Il gran detto però “i cubani hanno la musica nel sangue” vince a mani basse. Infatti c’è nell’aria una potente energia, complice lo spirito d’intrattenimento e giocosità offerto ai presenti dalle Congas di William Garzon, il pianoforte di Aismar Simon e la batteria fenomenale di Aismar Jr Simon. Eh già! padre e figlio sullo stesso palco che alternano momenti di indescrivibile affiatamento ad altri di competizione quali fossero in gara.
Una potente combinazione d’intensa energia e precisione, che affascina il pubblico e lo cattura in un incantesimo musicale fino all’ultima nota.
In questa straordinaria occasione si ripercorrono i differenti stili musicali che da sempre rimbombano nell’isola.
Non poteva mancare per concludere in bellezza il Chan Chan de Compay Segundo, reso noto al mondo intero dopo l’uscita del film documentario di Wim Wenders “Buena Vista Social Club” nel 1999.
De Alto Cedro voy para Marcané
Luego a Cuerto voy para Mayarí
Queste note le sanno tutti e quando c’è da ripetere la strofa Dayan rivolge il microfono ai presenti che cantano a squarciagola. L’ammetto non è proprio il mio genere, ma caspita ho chiuso per un attimo gli occhi e mi sono ritrovato in mezzo alle strade dell’Avana con i clacson impulsivi di vecchie macchine americane o delle moto sidecar girovaganti. Mi sono trovato a respirare l’odore di caffè inalato dalle finestre sorridenti dei palazzi storici, in mezzo al caos e le urla trascinanti dei vicini che a mancanza di telefoni si scambiano il saluto così… mi sono trovato proprio lì, in quelle strade dove Wenders ha girato un altro dei suoi capolavori.
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