Ripensare agli anni Ottanta, quando si era giovanissimi in quel periodo, risveglia emozioni antiche accompagnate da flash visivi. Riemergono colori, tagli di capelli, modi di fare, negozi, marchi, discoteche, sounds.
Motorini Piaggio e automobili formicolavano nei centri storici. Orde di boomers affollavano le strade; zecche, paninari, pariolini, fasci, compagni, borse di Tolfa, Naj Olearj, Fiorucci, Camperos e piumini colorati rigonfi …
Ma se volessi parlare degli anni Ottanta senza dire che sto parlando degli anni Ottanta direi Rimini di Piervittorio Tondelli. Comprato quest’estate. Un romanzo mai divenuto film per volere dello stesso autore. In effetti un libro pieno di immagini descritte con gran talento. La storia è frammentata su più livelli, ognuno con un protagonista, vicende che si intrecciano ma non si toccano.
Le due storie sentimentali, una gay e l’altra etero, sono descritte dallo stesso cervello, dallo stesso cuore e dallo stesso impulso. Questo era Vicky Tondelli, un’anima ambidestra e simmetrica.
Leggendolo adesso per la prima volta, osservandolo quindi da una lunga prospettiva temporale, questo scrittore fa riflettere sulla sessualità e l’amor carnale di quaranta anni fa. La donna finalmente impone il suo corpo, libero, bello, atletico e abbronzato. L’amore omosessuale descritto senza falsi pudori, all’epoca un grido solitario, viene vissuto con pienezza consapevole.
Uno squarcio vivido di colori, sensazioni e contraddizioni che prepareranno gli anni a venire.
Grazie Tondelli, ti ho conosciuto e percepisco la tua grande assenza.
Vicky Tondelli: un pezzo anni ’80
Se volessi parlare degli anni Ottanta senza dire che sto parlando degli anni Ottanta direi Rimini di Piervittorio Tondelli
