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Tum, Tum

Scritto da Erminio Garotta

Vivere il viaggio aiuta a passare quel confine tra realtà e sogno. Ritrovarsi nudi con se stessi di fronte ad uno specchio che non riflette una immagine ma la propria anima è una condizione inaspettata, mette a dura prova

Parto, milioni di pensieri affollano la mia mente; le gambe sono quasi bloccate da un senso di pesantezza che pervade il mio corpo. Un brulicare di umanità mi assale e mi costringe a seguirla senza una meta precisa. Bagagli, souvenir, profumi di chi parte ed è all’inizio del viaggio, afrori e colori di chi è in viaggio si è messo da una vita fa, cercando la libertà.
Un raggio di sole attraversa i vetri di un nuovo mondo, dove riposano i mostri d’acciaio che sono pronti ad accogliere, come una conchiglia in mare riceve i granelli di sabbia dalle onde, un piccolo mondo che li devasterà.
Un impalpabile pulviscolo riempe la luce che, ammorbidita dai vetri colorati, cerca di entrare forzosamente in ogni anfratto per dare vita ai più piccoli, ed a volte, inanimati particolari che ci circondano.
Un insieme di colori e odori mi assale, sono tutti diretti, come me, verso un luogo che non c’è o hanno tutti una destinazione? In silenzio cerco di capire, ascoltare, decifrare lingue e dialetti che mi sono praticamente sconosciuti. Una babele buona, dove ognuno porta il suo sapere, essere, cercare e lo condivide con e per gli altri. Ognuno si adagia, cerca di ricostruire il proprio habitat, cibo, ciabatte, bimbi che giocano. Si prosegue nel mellifluo ondeggiare che alla lunga, quasi, ti costringe ad appisolarti per superare il tempo che non passa mai, chilometri e chilometri di strada ferrata che passa sotto di noi.
Chi sono, cosa faccio, dove vado? questo viaggiare deve portarmi da qualche parte nel mondo o in alternativa, alle terre di mezzo dove si vive una vita di frontiera?
Notte.
Silenzio, caldo, luce fioca, qualcuno si alza e cammina nervosamente; le tendine color verde smunto sbattono nervosamente contro le pareti, piccole scatole blindate da porte bloccate, piccoli pesci che boccheggiano, noi.
Restrizioni che obbligano all’ordine e all’ascolto, doppio colpo, carrello, si contano al posto delle pecore.
Fermi.
Un’ora per conoscere chi ancora attende. Una famiglia, ben vestiti, ben educati, decisamente stanchi, sguardi fissi e nel vuoto, segni di una attesa infinita. Si riparte, tum tum, doppio colpo, si dorme.
Sveglia!
La luce filtra attraverso la trama delle tendine che non trattengono il bagliore, ma riesce a proiettare, in un disegno perfetto, ombre e luci. La vita corre lenta nel mondo del doppio colpo, qualcuno ne approfitta per tentare di ricomporsi dopo una lotta impari con coperte di dura lana infeltrita e cuscini di plastica.
Dopo la colazione avanzi di cibo rotolano tra i piedi come sterpi secchi sulla sabbia del deserto.
Vivere il viaggio aiuta a passare quel confine tra realtà e sogno. Ritrovarsi nudi con se stessi di fronte ad uno specchio che non riflette una immagine ma la propria anima è una condizione inaspettata, mette a dura prova.
Torna il buio, la notte scorre come la pellicola d un vecchio film, mal esposta, buia.
Pioggia.
Mille e più strumenti suonano una sinfonia sul tetto guidati dalla veemenza delle gocce che terminata la loro esibizione e partono per un nuovo viaggio sui vetri creando estuari. I migliori disegni e messaggi compaiono sui vetri pieni di condensa creata dal freddo esterno e dal calore umano interno. Una piccola viaggiatrice segna una linea che attraversa più vetri e che congiunge scenari del mondo ma che si dissolverà come un sogno al mattino.
Forza
Come una anziano cavallo da lavoro la motrice trascina tutti i suoi sogni, tum tum, e nel frattempo le guardie, a cui mancano solo i pennacchi per essere protagonisti con Pinocchio e Lucignolo di una storia o di una canzone, sfilano.
Vita Laterale
Riflessi di umani che cercano la vita laterale, quella che scorre, infinita, sino alla fermata successiva. Il viso irrorato dalla luce del sole che alimenta il riflesso illumina l’anima. La vita Laterale scorre, impietosa, irrefrenabile, senza soluzione di continuità.
Vita
“… ciao, sono Isacco, sono sano e non mi buco, dormo dormitorio mangio carità …”
Ancora, tum tum.

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Erminio Garotta

Segnati dal futuro, eppure, il futuro, il nostro, ancora non lo conosciamo. Se vogliamo mettere in crisi un motore di ricerca nella rete, dobbiamo cercare proprio "segnati dal futuro"in italiano.
Provate e vedrete; prima il motore di ricerca proverà a correggervi, ".. devi scrivere SEGNALI... allora qualcosa potrò farti leggere" poi insistendo a scrivere SEGNATI il suddetto motore si arrenderà e vi farà vedere comunque "..SEGNALI..".
Siamo quindi segnati dal futuro? Ovvero non potremo fare le nostre scelte senza che qualcuno ci indichi la strada? Non voglio pensarci e non voglio crederci. Sono in questo angolo per provare a dimostrare che il futuro sarà il mio e segnato da me. Ho poche armi a disposizione ma quelle che conosco le userò bene. QUATSCH!

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