E’ una calda estate del 1982, sono nella casa di campagna della mia migliore amica, lei è appena tornata da un collegio in Irlanda.
La sua pesante valigia troneggia sul tappeto al centro della sua camera da letto. Insieme sleghiamo le cinte di cuoio che la chiudono, poi lo zip.
Sopra tutti i vestiti, racchiuse in tre cassette di plastica, spiccano le immagini di Blondie, David Bowie e Jim. Non svuotiamo il resto della valigia, ma la lasciamo lì aperta a terra mentre la mia amica inserisce la prima cassetta dentro il registratore.
Ci sediamo sul tappeto con le gambe incrociate mentre partono le prime note People are strange when you’re a stranger Faces look ugly when you’re alone.
Sono ipnotizzata dalla voce calda, sfrontata. Chiedo alla mia amica chi è, lei si gira, si tuffa nella valigia e butta all’aria i vestiti finché trionfante tira fuori un manifesto bianco e nero.
A tredici anni, Jim Morrison a torso nudo con quel broncio e l’aria da maledetto è la cosa più fica che abbia visto. E’ un colpo di fulmine, non importa se dicono che è morto, perché la mia amica dice che è vivo e si nasconde su un’isola sperduta.
Allora prendiamo due grandi fogli dall’album da disegno che lei tiene sulla scrivania. Su uno disegnamo un’enorme A in un cerchio rosso, sull’altro Jim Morrison still alive.
Ci addormentiamo con la sua voce maledettamente sexy.
Love me two times baby Love me twice today Love me two times girl I’m goin’ away.