I batteri e gli archeobatteri avevano una gran paura dei virus e come dargli torto! I virus si erano rivelati subito dei gran bastardi. Piccoli, prepotenti, ignobili parassiti, non erano in grado di fare nulla se non di lasciare terra bruciata ovunque andassero.
I batteri e gli archeobatteri erano dei gran lavoratori, si impegnavano instancabilmente a plasmare nuove molecole, cercavano nuovi ambienti da colonizzare senza risparmiarsi, provavano coraggiosamente nuove vie metaboliche, rischiando anche di intraprendere rami evolutivi destinati al fallimento.
I batteri e gli archeobatteri erano orgogliosi del loro lavoro perché erano spinti dalla speranza che tutto quel provare e riprovare, tutti quei fallimenti avrebbero portato a qualcosa di spettacolare.
Erano solo umili organismi unicellulari ma già immaginavano la terra ricoperta di maestose foreste verdi brulicante di vita e mari solcati da meravigliose creature. Sognavano il canto soave degli uccelli e il volo leggero delle farfalle. Sentivano il vento accarezzare il manto della fiera leonessa che rincorreva le leggiadre gazzelle nella savana.
Faticavano come matti e poi ecco che arrivava un virus ed erano costretti a mettere tutto da parte e diventavano schiavi, perché il piccolo bastardo si potesse riprodurre. Sì perché i virus, che sia ben chiaro, non sono neanche cellule. Non abbiamo neanche un modo per definirli e allora li chiamiamo “entità biologiche”.
Piccole e prepotenti entità biologiche
I batteri e gli archeobatteri erano orgogliosi del loro lavoro perché erano spinti dalla speranza che tutto quel provare e riprovare, tutti quei fallimenti avrebbero portato a qualcosa di spettacolare.