Interviste

Mauro Repetto – Intervista

(ai miei concerti) Si balla, si ride, si fa dell’autoironia, c’è anche spazio per qualche lacrimuccia quando è il momento

Con un tour, costellato da molte date sold out, Mauro Repetto, fondatore degli 883, sta portando in giro per l’Italia il suo spettacolo teatrale dal titolo Alla Ricerca Dell’Uomo Ragno.  Sabato 18 gennaio lo abbiamo intervistato nei camerini del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, intrattenendo con lui una conversazione piacevole e divertente.

Ciao, Mauro. Come sta andando il tour?
Quasi sold out dappertutto, da Bolzano a Catania. E’ per me una grande festa che faccio con degli amici che coivolge tre o quattro generazioni. Non voglio citare il primo Jovanotti, ma ho paura di sì: <<E’ qui la festa!>> Si balla, si ride, si fa dell’autoironia, c’è anche spazio per qualche lacrimuccia quando è il momento de “Gli Anni”, l’ultimo pezzo che ho scritto insieme a Max Pezzali.

Hai scelto però anche di non rimanere totalmente ancorato al passato, utilizzando l’IA all’interno del tuo show…
C’è un piccolo flashback di Intelligenza Artificiale che utilizzo per simulare un dialogo con il me stesso giovane, di quando avevo vent’anni. E’ tutto finalizzato all’ironia chiaramente.

In questi giorni in televisione ha spopolato una serie dedicata ai tuoi trascorsi da musicista dal titolo Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia Degli 883: hai avuto modo di vederla?
Sì, l’ho vista, ma diciamo che è una fiction romanzata, però la spina dorsale della storia è corretta. 

Che ne pensi dell’interpretazione di Matteo Oscar Giuggioli, l’attore che fa il Mauro adolescente nella serie? Ti rende giustizia?
Non ci conosciamo assolutamente eppure è stato protagonista di un’ottima interpretazione, scegliendo un angolo tra Fantozzi e Johnny Depp, che mi ricalca in maniera credibile.

Una volta le band, come è successo a voi, nascevano sui banchi di scuola. Adesso con la miriade di talent show che imperversano ovunque, vedi ancora la cosa possibile?
I miei figli ascoltano ancora tanta musica come facevo io alla loro età, quindi vorrei dire che è cambiato tutto, ma alla fine non è cambiato niente. I ragazzi comunque con lo streaming, attraverso un’altra sorgente, fanno quello che facevamo noi, né più né meno. In questo vedo la stessa voglia di utenza, la stessa passione da spettatore che mi muove ancora.

Hai qualche progetto futuro in cantiere di cui ci puoi parlare?
Guarda, io lavoro alla Walt Disney Company come event executive, quindi sono proprio un impiegato. Ecco che ritorna di nuovo la figura di Fantozzi, anche se è viva l’ambizione di Johnny Depp (risate, ndr). Il Fantozzi dentro di me mi dice di tornare di corsa in ufficio.

 

Mauro Repetto

Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno

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Giovanni Panebianco

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