Intervista di Sylvie Freddi, Illustrazione di Caroline Freddi
Simone è uno scrittore, marinaio, velista, sognatore del reale con il magnifico Progetto
Mediterranea. Il libro è stato proposto da Paolo Mauri al Premio Strega 2021.
In questa cartolina l’artista Caroline Freddi ha rappresentato le parole chiavi del romanzo I momenti
buoni che l’autore Simone Perotti ha suggerito.
Simone, ci potresti spiegare la scelta delle parole che l’illustratrice ha inserito nella cartolina
ispirata al tuo romanzo. In che modo lo rappresentano?
Fuga: perché nella vita bisogna lottare, sempre, e stare lì. Però bisogna anche capire che se
qualcuno ci fa del male, fosse anche la famiglia, un luogo o un amore, bisogna saper fuggire.
Subito.
Maestro: non è necessariamente un padre, una madre, un amico. A volte è la donna o l’uomo
incontrati per caso. Ma è più importante di qualunque affetto. per un istante, anche solo con una
parola, ci indica la via. E noi dobbiamo cercare maestri ogni giorno. Ci salvano la vita.
Amicizia: è essenziale un amico, uno con cui condividere dolori, incertezze. Ma solo se c’è
corrispondenza, se c’è sintonia vera. A volte un amico è un desiderio, ma lui non c’è. E allora
bisogna saperlo salutare
Sesso: è un motore, un detonatore, un gioco fantastico. E anche nel sesso servono maestri, che
dobbiamo seguire, sperimentare. Anche se ci portano in un gorgo apparentemente senza fondo. Lì
stiamo imparando a sentirci, a sentire.
Famiglia: un gioco spesso perverso, che apparentemente dovrebbe aiutarci, proteggerci, guidarci,
sostenerci. troppo spesso, invece, è un fardello. Bisogna saper salutare la famiglia, dirle addio, per
poi ritrovarla. La famiglia non si riceve per dna, si sceglie lungo la via.
Brama: l’energia pura, quella che deve scorrere nel sangue, deve fluire, innervare ogni angolo del
nostro corpo, della nostra psiche. La brama di vita è una condizione magica, in cui possiamo
esplodere per ogni possibile potenzialità. La brama dobbiamo desiderarla, costruirla. Dobbiamo
viverla.
Momenti: sono istanti, oppure circostanze più prolungate. Ma sono i segni inequivocabili. I
momenti buoni, quelli che vivi con amore profondo, sentendoti in armonia, ci dicono tutto di noi.
Come i momenti cattivi, quelli che raccontano chi non siamo, ciò che non vogliamo.
Diversità: è apparentemente quello che non siamo, qualcosa che non è per noi. Eppure la diversità è
una sfida, un’occasione per vivere altre vite, per essere ciò che non sospettiamo di essere. La
diversità ci offre pensieri, sensazioni, ci racconta di noi. Preziosa.
Omologazione: se tutti fanno qualcosa, bisogna sempre chiedersi: perché? E perché a me viene
voglia di fare altro? Ciò che fanno tutti, avrebbe detto Ibsen, “è certamente sbagliato”.
Città: l’inferno della nostra epoca. Un luogo antico, ormai inadatto all’umanità, dove veniamo
masticati, digeriti, dove c’è apparentemente tutto quello che serve, e invece manca l’essenziale
Solitudine: una condizione necessaria, che tutti definiscono come brutta, da evitare, e invece è
l’unico momento vero, dove sentiamo, dove dialoghiamo con la persona centrale della nostra vita:
noi stessi. Un’amica.
Violenza: quando subiamo emotivamente qualcosa, che sia un luogo, una persona. Dalla violenza
bisogna uscire sempre, fuggire, perché ci spinge verso il basso. La violenza ci indica la strada
sbagliata, sempre.
