La mala educación (parte seconda)
“Ecco la mia pargoletta vestita di rosa,
Fra qualche anno sarà una magnifica sposa.
Datti un tono e smettila di fischiare,
Per un maschiaccio ti potrebbero scambiare.
Sempre con quei jeans, indossa una gonna,
Altrimenti chi si accorgerà che sei una donna?
Una ragazza per bene le parolacce non deve dire,
Ma deve saper cucinare, sorridere e annuire.
Alle donne il silenzio è ornamento*
Perciò chiudi la bocca e abbassa il mento.
Non perdere tempo sui libri a studiare,
Pensa piuttosto a sposarti e procreare.
Un figlio è lo stesso di niente,
Almeno tre per far tacere la gente.
Non contraddire mai tuo marito,
Fallo sentire venerato e accudito.
Per avere un ménage perfetto,
Tratta il coniuge come un baronetto.
Cura la casa, i figli e perdona le scappatelle,
Fanno parte di un buon matrimonio anche quelle”.
“Mamma, ma davvero papà a ogni piè sospinto ti tradiva?
“Sì, ma, alla fine, sempre a casa da me, ritornava”.
“Mio padre,dunque, era il gran maestro della cornificazione?”
“In realtà cercava solo la sua dimensione.
In fondo aveva anche le sue ragioni:
Non sapevo far la piega ai pantaloni…”
*Aiace, nell’omonima tragedia sofoclea, indirizza questa frase alla sua concubina Tecmessa.