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Il meglio del 2022 per Giovanna Musolino

Scritto da Giovanna Musolino

Ed ecco la crème de la crème di questo 2022:

Idles – Five Years of Brutalism – Partisan records
Era il 2017 quando, da Bristol-UK, gli Idles sturarono le orecchie ed enfiarono di speranza i cuori di molti con Brutalism, l’album d’esordio, che giungeva dopo una manciata di interessanti EP. A cinque anni dall’uscita il disco torna con una nuova veste e, nella versione digitale, anche la sua esecuzione integrale dal vivo, registrata durante il Festival di Glastonbury di quest’anno.
Sonorità di deflagrante potenza, voce rabbiosa e scartavetrata, testi profondi e intelligenti. Un disco perfetto da cima a fondo.
Sexual violence doesn’t start and end with rape
It starts in our books and behind our school gates
Men are scared women will laugh in their face
Whereas women are scared it’s their lives men will take.

https://www.facebook.com/idlesband

Massimo Zamboni – La mia patria attuale – Universal
Dopo La macchia mongolica, in cui le parole erano quasi azzerate per lasciare spazio alle sonorità, con l’intento di restituire atmosfere e percezioni di un luogo lontano, Massimo Zamboni torna con La mia patria attuale, album in cui le molte parole raccontano un’Italia carica di stridenti contrasti e palesi contraddizioni. Si può declamare la patria con toni tronfi, sconfinando nel nazionalismo più arrogante e prepotente: Zamboni, invece, canta la patria con lucido spirito critico.
Un disco in cui la politica (nella sua accezione più elevata di partecipazione alla vita pubblica, non di becero esibizionismo da passerella televisiva) è trasfigurata in poesia. Un album intelligente, necessario, evocativo, di intenso lirismo. Un monito di struggente bellezza. Un’orazione accorata.
Conviene compagni tornare a temere
Le croci uncinate le scure galere
Le spade sguainate le strofe guerriere
Le mani annodate alle lunghe candele.

https://www.facebook.com/massimozambonipaginaufficiale

JoyCut – The Blue Wave (A Buzz Supreme)
Il quarto album dei JoyCut, sulla scena da quasi vent’anni, è un disco denso, intenso: tredici brani per quasi ottanta minuti di musica. Due batterie (una elettronica, l’altra di matrice tribale) e una postazione elettronica. Prevalgono i pezzi strumentali, ma sono presenti anche brani cantati. Ritmi e melodie giocano e si danno manforte, esplorando e creando un paesaggio sonoro di forte impatto evocativo. Come l’onda richiamata dal titolo il suono di questo album avvolge, circonda, travolge. Il pianeta che langue sotto i colpi mortali inferti dall’individuo, la natura vilipesa e agonizzante, l’impronta dell’essere umano sempre più aggressivo e inarrestabile. Come nella Grande Onda di Kanagawa di Hokusai, questi brani narrano e dipingono uno scenario solenne e meraviglioso, seducente e fatale.
The Blue Wave è un inno all’amore universale (Believe in Love Unity); è un canto di dolore; è un inno alla speranza.

https://www.facebook.com/JoyCutOfficial
https://www.facebook.com/abuzzsupreme

Virgin Prunes – …If I die, I die (40th Anniversary edition)- BMG
Per celebrare i quarant’anni dell’album…If I die, I die degli irlandesi Virgin Prunes, la BMG pubblica una nuova edizione rimasterizzata, sotto forma di vinile colorato (sostanzialmente con la scaletta o
riginale) e doppio CD (contenente bonus e remix). Autentico capolavoro di una delle band più significative del panorama post-punk, il disco è palpitante di inquietudini, stillante di toni foschi, teatrale e angosciato. Imprescindibile nella discografia di tutti i cultori del genere.

https://www.facebook.com/virginprunes

Godspeed you! Black Emperor – All lights fucked on the hairy amp drooling
Nel 1993 viene pubblicata l’audiocassetta All lights fucked on the hairy amp drooling. L’opera, in sole 33 copie, nasce dalla mente geniale di Efrim Menuck con qualche raro intervento al basso da parte di Mauro Pezzente: in poche parole i Godspeed you! Black Emperor prima di essere i Godspeed! Dopo la pubblicazione della demo, il gruppo si amplia, comincia a esibirsi dal vivo fino a divenire una band di culto. Alfieri del post-rock, impegnati politicamente, la loro musica è un concentrato di virtuosismo e passione: brani epici ed epocali, lunghe ed esaltanti cavalcate sonore. Della su citata demo, nel frattempo, si erano perse le tracce fino a quando, dopo la condivisione da parte di alcuni utenti su varie piattaforme, Efrim Menuck, nel febbraio del 2022, decide di pubblicarla su Bandcamp. Sonorità grezze, sperimentazione a profusione, distorsioni, deliri: da ascoltare assolutamente.

Galya Bisengalieva-Hold your breath: The ice dive -One Little Independent Records (Ja.La Media activities)
Galya Bisengalieva è un’acclamata violinista kazako-britannica, dirige la London Contemporary Orchestra, vanta prestigiose collaborazioni, tra le quali ricordiamo Thom Yorke per la realizzazione della colonna sonora di Suspiria.
Hold your breath: The ice dive è la colonna sonora dell’omonimo documentario che narra il tentativo da parte dell’apneista finlandese Johanna Nordblad di battere il record mondiale di distanza percorsa sotto il ghiaccio con un solo respiro. Violino solista deformato e archi manipolati elettronicamente creano sonorità di intensa bellezza e incanto. Questo album possiede la capacità di evocare immagini, materializzare paesaggi, concretizzare suggestioni.

https://www.facebook.com/galbisen
https://www.facebook.com/Ja.LaMediaActivities

Oumou Sangaré- Timbuktu (A Buzz Supreme)
Originaria del Mali, sulle scene da più di trenta anni, Oumou Sangaré è una delle voci più belle e profonde del panorama musicale internazionale e fra le principali esponenti del Wassoulou, un genere musicale da cui deriverebbe il Blues. Il Wassoulou è anche una regione al confine tra Mali, Costa D’Avorio e Guinea, un luogo in cui convivono culture diverse. Questa pluralità culturale e sonora trova eccellente rappresentazione nel nono album dell’artista maliana, Timbuktu. L’opera è profondamente ispirata: generi e stili musicali si incontrano, dialogano e si fondono; profuma di tradizione, ma è senza tempo; rimanda a sonorità africane, ma è senza confini. Wassulu Don, il brano d’apertura, compendia perfettamente la ricchezza e la complessità dell’intero disco: echi blues e ritmo sostenuto a far da tappeto alla voce melodiosa dell’artista, che canta orgogliosamente i traguardi raggiunti dalla gente del Wassulu, un luogo dove regnano l’ospitalità e la gioia di vivere.

https://www.facebook.com/oumousangareofficiel
https://www.facebook.com/abuzzsupreme

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Giovanna Musolino

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