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Esaurimento risorse

Scritto da Laura Passeri

Per i dinosauri fu la fine. Quello che era stato il loro vanto, la loro enorme massa, il loro potere, divenne la loro debolezza.

I dinosauri, guidati dall’ambizione e da manie di grandezze, pur di raggiungere le dimensioni ragguardevoli che tutti sappiamo, avevano spinto al massimo i limiti imposti dalle leggi della fisica, della biologia e della chimica. Sostenere l’enorme peso comportava problemi: era stato necessario sviluppare ossa massicce e soprattutto erano costretti a mangiare enormi quantità di cibo.
La Terra di 66 milioni di anni fa aveva un clima caldo e umido che favoriva la crescita di una foresta tropicale ricca e opulenta. E così i dinosauri erbivori strappavano tonnellate di arbusti e foglie per sostenere i loro enormi corpi e i carnivori mangiavano a loro volta gli erbivori. Insomma era tutto un magia mangia. E poiché i dinosauri abitavano la Terra da 160 milioni di anni (Homo sapiens è sulla Terra da soli 300.000 anni!) erano convinti di poter fare come volevano e chissenefrega se poi un domani le risorse possono finire, l’importante era mangiare e mantenere il potere.
Lo sapete tutti, un evento casuale, un meteorite caduto nello Yucatan 66 milioni di anni fa, cambiò le carte in tavola. Per migliaia di km intorno al luogo dell’impatto non rimase nulla. Le polveri sollevate nell’atmosfera bloccarono la luce solare affogando la Terra in una fredda, lunghissima notte.
Le poche creature sopravvissute si aggiravano come spettri in un cimitero di morte e desolazione impaurite da quella notte senza fine.
Le rocce ricche di zolfo vaporizzate nell’aria facevano ricadere piogge fetide, cariche di acido solforico. Era come se l’inferno avesse soffiato il suo pestilenziale alito sulla Terra, contagiando tutto e tutti.
Per i dinosauri fu la fine. Quello che era stato il loro vanto, la loro enorme massa, il loro potere, divenne la loro debolezza. La Terra aveva esaurito le sue risorse, non c’erano più le quantità di cibo che l’enormità dei loro corpi richiedeva. Non c’era niente da scialacquare.

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Laura Passeri

Questa sono io, parole fantasia e scienza

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