Ultimamente sono alla ricerca di band nuove, band che ringiovaniscano un panorama musicale logoro e non proiettato al futuro. I Mobius sono quell’esempio di carica e adrenalina difficile da trovare.
Quattro ragazzi giovani ma decisamente aperti a contaminazioni che sanno rileggere attentamente brani dal carattere etnico e jazzistico, sciogliendo le briglie quando interpretano brani soul e blues. Ecco che allora la voce di Sara Ghtami esplode, ti perfora con la sua voce, anche senza microfono, la sua estensione è tale che non puoi fermarti ad ascoltare, ma devi per forza ballare! Durante il concerto, ho scritto in diretta che Aretha Franklin avrebbe ascoltato volentieri applaudendo a scena aperta. Un’altra cosa che mi ha colpito di Sara era la movenza delle mani tipica di Aretha e la sua giacca damascata che non si è mai tolta perché immersa completamente in se stessa e nelle sue interpretazioni!
Anche il resto della band non è da meno, la chitarra EmanPaloka ricorda per certi versi quella ritmica, quando si cimenta in funk e soul, di Leburn Maddox grande chitarrista di James Brown, una chitarra che lega tutti i passaggi vocali. Batteria e basso sono un’unica cosa, sembrano incollati a se stessi; il basso di Nicola Pazzi negli assoli è travolgente, come le smorfie del suo viso. La cosa buffa di Manuel Giovannetti è la sua serenità nel suonare sempre con il sorriso, sicuro di se e del suo lavoro di batterista.
Sala pienissima come sempre al Bubano Blues in quel di Imola; se pur giovani i quattro ragazzi hanno catturato tutto il pubblico senza fatica e alla fine, pur concedendo il bis (io sarei andato oltre) scendono dal palco quasi intimiditi dall’affetto ricevuto; questo momento mi ha convinto scrivere ciò che sto raccontando. Felice davvero di averli conosciuti e raccomando a chi s’intende di buona musica, di andarli a sentire e farsi trascinare dalle loro emozioni … vere.
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Bubano Blues (Imola) 6 2 2024
Sara Ghtami voce
Enrico Ronzani tastiere
Ermal Paloka chitarra
Nicola Pazzi basso
Manuel Giovannetti batteria