Sound&Vision

Modena City Ramblers @ Carpino Folk

“Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi”

Irrequieti più che mai i Modena City Ramblers si presentano a Carpino Folk in una piazza stracolma di gente arrivata da tutte le parti del Gargano. Un richiamo forte alla libertà e alla giustizia, all’uguaglianza e alla indipendenza politica.
Gli MCR sono la rappresentanza per i vecchi seguaci e dei nuovi arrivati, di una voglia nascosta e cosciente di spazio, in un paese come l’Italia, dove bisogna ancora gridare a squarcia gola la propria indipendenza, un Love Theme come nel film Blade Runner sempre alla ricerca disperata della propria libertà. Gli MCR dimostrano che la battaglia non è ancora vinta, che il ritmo va tenuto alto, fieri delle proprie scelte politiche e di scambio continuo per non perdersi di vista. Una forza che non deve perdersi mai, questo viene ripetuto più volte sul palco, ad un pubblico in delirio, con una folla che salta a gruppi pogandoqua e là, una risposta “unita” almeno in quel momento. Gli MCR  autodefiniscono il loro genere musicale come combat folk, dichiarando sin dall’esordio un amore incondizionato per il folk irlandese (anche il loro look sul palco è fortemente rappresentato), le cui sonorità rimangono anche dopo l’influenza di altri generi, in particolare il rock con contaminazioni “punk”.
Il Carpino Folk porta ormai una lunghissima tradizione popolare, non solo gruppi importanti salgono sul palco, ma anche gruppi dalle tradizioni millenarie di tamburi, chitarre battenti e voci che cantano da sempre le loro canzoni strettamente in dialettosenza tradire nulla, passando il testimone nel tempo ai giovani cantori che man mano crescono in questa grande comunità del Gargano.

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https://www.facebook.com/carpinoinfolk/?locale=it_IT 

Carpino (FG) 11 8 2024

Franco D’Aniello: flauto, tin whistle, tromba, sassofono, cori, chitarra acustica, glockenspiel, percussioni

Massimo “Ice” Ghiacci:  basso elettrico, basso acustico, contrabbasso, tea-chest bass, voce, cori, chitarra acustica, balalaica, sassofono

Francesco “Fry” Moneti:  violino acustico, violino elettrico, violino indiano, chitarra acustica, chitarra elettrica, chitarra baritona, bouzouki, banjo, oud, mandolino, salterio ad arco, cori, voce

Davide “Dudu” Morandi:  voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, banjo, glockenspiel, basso elettrico, armonica a bocca, cucchiai, cori

Leonardo “Leo” Sgavetti: fisarmonica, pianoforte, organo, organo Hammond, clavinet, vibrafono, cori

Gianluca Spirito: voc,chitarra acustica, bouzuki, banjo, mandolino, ukulele, cuatro, chitarra battente, laud, bodhrán, armonica a bocca, cori

Enrico Torreggiani:  batteria, percussioni, cori

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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