Sulla musica

Anni Difficili – Musica di Franco Casavola

Scritto da Annalisa Nicastro

Capitolo 2.1 (parte 19) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. Anni Difficili di Luigi Zampa, musica di Franco Casavola

Capitolo 2.1 (parte 19) I musicisti cinematografici del dopoguerra: i “maggiori”, fra tradizione ed innovazione. Anni Difficili di Luigi Zampa, musica di Franco Casavola

La musica dei titoli di testa è costituita da due differenti tematiche musicali, le quali, seppur diverse l’una dall’altra, risultano coniugate ed unite, proprio come coniugate ed unite sono le opposte situazioni che informano l’animo del prota­gonista.
Il primo tema è introdotto dal rullante che ci introduce subito nella situa­zione militare e marziale della marcia che viene suonata; il rullante tende, in tutto questo tema, ad accentuare le figurazioni musicali sincopate eseguite dagli strumenti dell’orchestra. Sentiamo interessanti esempi di omoritmia e contrappunto che deno­tano il carattere marziale del tema, concitato, in tempo binario ed in modo maggiore, composto da due periodi uniti da un ponte modulante.
Subito dopo la modulazione, si passa al secondo tema, nettamente distinto dal primo. Una tragica e drammatica melodia viene eseguita dagli archi che si esprimono lentamente. Le lunghe note degli archi al basso rendono quasi immobile e statica l’atmosfera di questo secondo tema, suggerendo la profonda angoscia del protagonista, quasi come se si trattasse di un personaggio da opera lirica, dove, appunto, i momenti più tragici coincidono con la staticità pura. Tale profondità e flemma lirica è rotta dall’intervento delle viole che si inseriscono a smuovere quella fissità non per liberarsene, bensì perché sia ancora più potente non appena il tema degli archi ritorni in tutta la sua drammaticità.
Abbiamo così in questi titoli di testa la sintesi essenziale della storia del protagonista del film: Aldo Piscitello (Umberto Spadaro), impiegato al Municipio di una cittadina siciliana negli “anni difficili” del fascismo, della guerra e della liberazione. Queste due tema­tiche musicali rappresentano, insomma, l’una l’asservimento ad un Regime detestato che vuole i suoi uomini brillanti, allegri, nazionalisti, capaci di illudersi e accendersi con le parole del loro Duce, celando il disappunto dietro una falsa “divisa nera”, l’al­tra il dolore e il patimento che cova in quegli stessi uomini che portano quella brutta divisa in cui forse nessuno crede, uno statico rivolgimento dell’anima che non avrà la forza di uscire allo scoperto se non a guerra finita, davanti agli alleati o di fronte ad un figlio ammazzato vigliaccamente dai tedeschi.
Mentre vediamo in una panoramica le solari colline siciliane, inframmezzate da una piccola cittadina bianchissima, sentiamo una voce fuori campo descriverci il paesaggio severo, melanconico e passionale dell’isola, i cui abitanti, dal più umile al più ricco, non sono privi della più elementare virtù, il buonsenso, necessaria in tempi come quelli di regime. La melodia che accompagna tali immagini si produce in lente note dei legni che lasciano poi il posto agli archi, i quali, in modalità minore e sincronizzandosi alle immagini, suggeriscono una melodia molto mediterranea, con alcuni rimandi alle sonorità orientaleggianti, coperte, però, da un sapore di musica popolare italiana. Sentiamo che questo pezzo musicale si riallaccia al secondo tema dei titoli di testa attraverso un inserto di quella dram­matica melodia, il quale lega le due tematiche senza avere, però, ulteriori attinenze musicali.

Segue nel prossimo numero a settembre! Tratto dalla Tesi di Gianluca Nicastro La musica nel cinema del dopoguerra italiano

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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