Recensioni

Vasco Rossi – Siamo Qui

Scritto da Marco Restelli

Siamo qui è senza dubbio un grande disco

Quando un monumento nazionale come Vasco Rossi pubblica un nuovo album di inediti a distanza siderale dall’ultimo lavoro (ebbene sì, sono già passati 7 anni da Sono Innocente), il minimo che si possa fare è ascoltare con attenzione. Sì perché il rocker di Zocca ormai non ha più nulla da dimostrare ed è noto a tutti che potrebbe senza problemi vivere artisticamente (e non solo) di rendita ancor per decenni, visto il livello quantitativo e qualitativo del suo catalogo, nonché il successo quasi scontato dei suoi tour. Alla luce di ciò, è evidente che se ha deciso di tornare ancora una volta in sella per raccontarci i suoi pensieri sul mondo che ci circonda e sul suo eterno senso di malessere esistenziale, il vaso dell’urgenza comunicativa era bello pieno ed era quindi giunto il momento di farlo traboccare, per inondare di musica i tantissimi fan, in attesa spasmodica da così tanto tempo.
Con Siamo qui, Vasco tocca alcuni temi che hanno fatto già parte delle sue vecchie canzoni a cominciare dalla bomba rock col quale apre il disco: XI Comandamento nella quale si scaglia contro l’ignoranza dilagante e arrogante di molti individui (già bersagliati in passato con Basta Poco) nei confronti della quale sembra alzare bandiera bianca, nel senso di una sostanziale impossibilità di aprire qualsiasi tipo di dialogo costruttivo (“…non puoi discuterci con l’ignoranza, conviene arrendersi a oltranza”).Una sensazione che chiunque frequenta assiduamente i social, ad esempio, non faticherà a condividere.
La title track è un già un classico, uno di quei brani che speri sempre di poter ascoltare e che non sfigurerà neanche un secondo al fianco delle sue ballate storiche, nei suoi live fiume. Qui il l’argomento predominante è l’antica dicotomia fra essere e avere, e la sua idea è che il predominio dell’apparenza stia spostando nettamente l’ago della bilancia a favore di un vuoto materialismo (“…Siamo qui soli e delusi a confondere quello che sei dentro quello che usi”). Tema certamente nuovo è quello della omosessualità che Vasco tocca in L’amore l’amore, arrivando semplicemente alla conclusione che non c’è differenza alcuna con i rapporti fra uomo e donna: l’attrazione è attrazione punto e basta, resta quello il grande motore dell’umanità, tutto il resto sono chiacchiere.
L’episodio con venature pop più marcate è la Pioggia alla domenica (che ricorda un po’ Senza parole nella melodia e in parte Domenica lunatica, nel mood) che ci fa ricordare della consueta ironia del cantautore italiano.
Dopo l’immancabile omaggio alla sua vecchia passione per l’heavy metal con Tu ce l’hai con me, dove non le manda certo a dire ai suoi detrattori personali, Ho ritrovato te è il brano elettro-acustico che preferisco. Si tratta di una sorta di confessione senza filtri indirizzato verosimilmente alla sua partner (“…Adesso che però ho solo nostalgia capisco che cosa ho rischiato di buttare via..”) nella quale c’è un verso che considero una sorta di marchio di fabbrica: “Non ho neanche rimesso a posto il mondo, però ho ritrovato te”.
La chiusura con la morbida power ballad Una canzone d’amore buttata via conferma invece ancora una volta che sul lato dei sentimenti Vasco sa sempre toccare le corde giuste, accompagnando le parole con un crescendo musicale da brividi.
Questo lustro e mezzo che ci hanno separati da un artista di cui ormai conosciamo tanto i pregi che le debolezze – di cui non si è mai vergognato – è stato difficile per molti di noi, soprattutto gli ultimi due anni, ma per chi ama la musica rock oggi è arrivato un piccolo grande premio, perché Siamo qui è senza dubbio un grande disco.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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