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Una quinta “strada” nel Game Journalism

Scritto da Michele Ferrantino

Qual è l’obiettivo primario di un giornalista videoludico?

Dopo aver letto l’articolo di Francesco Toniolo, come prima impressione, non avevo ben chiaro il punto dell’autore. Ragionandoci con calma, sono riuscito a comprenderlo e a sviluppare la mia opinione in merito.
Riassumendo velocemente, l’articolo “presente e futuro del giornalismo videoludico?” pone l’interesse del lettore verso un concetto abbastanza semplice. Facendo alcuni esempi di titoli importanti e indie, mette in risalto l’idea comune degli sviluppatori di oggi: avere molte e ottime recensioni dalle testate giornalistiche porta un aumento delle vendite. Un concetto che, se inizialmente apparteneva solo agli sviluppatori, ora sta influenzando anche i giornalisti.

Così nasce la domanda: qual è l’obiettivo primario di un giornalista videoludico?

Toniolo prima di darci il suo punto di vista, ci offre anche uno sguardo all’interno del settore giornalistico generale. Parlando delle varie problematiche, tra cui le fake news e l’allineamento comunicativo tra testate giornalistiche. Ma non mi dilungherò troppo su questo argomento, perché non lo conosco a fondo.
Lui offre quattro “strade” che il giornalista videoludico e il settore specifico possono, e in parte già stanno, intraprendendo. “strade” perfettamente accettabili e con cui concordo. Però leggendo questo articolo ho percepito un fastidio di fondo.
Per quanto sia vero tutto ciò che è stato esposto, ho percepito un certo salto logico, che deriva dalla ‘definizione’ di giornalista.

Toniolo ricorda l’evoluzione del giornalismo videoludico. Da “fan” del settore a “giornalista” di settore. Ragazzi che volevano esprimere il loro parere sul videogioco di turno e generalmente informare altri appassionati sulle novità del settore. Da qui nasce questo presupposto di base in cui il giornalista deve esprimere la sua opinione, di dire la propria. Ma io non la vedo così, o almeno, per definizione il giornalista è colui che comunica notizie di interesse pubblico.
Quindi la risposta alla sua domanda è semplice: l’obiettivo primario del giornalista è divulgare notizie di rilievo (tenendo presente che il giornalista non parla solo di news ma fornisce anche articoli, inchieste e recensioni di interesse pubblico). Per questo ho re-immaginato la domanda: il pubblico cosa vuole principalmente da un giornalista videoludico?
In questo caso la risposta non è più tanto semplice. Ormai una testata giornalistica videoludica viene vista come principale forma di credibilità del titolo in uscita. Si dà più importanza ai voti che all’esperienza di gioco. Quindi diventa difficile capire cosa vuole principalmente il pubblico di giocatori. Ma ciò non ci ferma dal teorizzare una quinta “strada”.

 

Un approccio che mette al centro la comunicazione con il pubblico, fornendo notizie verificate e catalogate in una piattaforma user friendly. Recensioni senza voto finale, mettendo in primo piano le sensazioni che il giocatore può provare. Ed inoltre, reinventare la figura del giornalista evolvendola ed integrandola con le figure comunicative attuali: i content creator. Non influencer, ma content creator: due figure con finalità diverse, che però tendono a sovrapporsi.
Ho usato il termine “strada” come nell’articolo di Toniolo perché credo che questo approccio sia equivalente agli altri proposti, sebbene si stia sviluppando al di fuori del formato giornalistico tradizionale. Già oggi si può osservare una comunicazione mista, che si è evoluta negli anni, tra giornalismo e creazione di contenuti online, e credo che in futuro diventerà una delle modalità principali del settore.

Crediti fotografici: pixabay.com

About the author

Michele Ferrantino

Giovane menestrello, dopo essere stato morso da un videogiocatore
radioattivo, prese la decisione di imparare le tecniche mistiche della
produzione videoludica. Nei giorni nostri, quest’eroe in erba, usa le
sue skill (ancora incomplete) di modellazione, programmazione e
scrittura per protegge i suoi pari dalla monotonia della quotidianità
con i suoi racconti videoludici.

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