C’è chi festeggia i 25 anni di carriera con un best of patinato. E poi c’è Piotta, che li sbatte in faccia al pubblico in un live esplosivo, sudato e viscerale. Venerdì 23 maggio, sul palco del Testaccio Estate – in collaborazione con ARF! Festival – il “Supercafone” ha messo in piedi un concerto gratuito che aveva il tiro di un greatest hits e il cuore di una dichiarazione d’identità. Non un revival, ma un ritorno alla fonte: Roma, le sue storie, i suoi suoni.
Piotta è ancora una volta frontman e cronista urbano, con la lingua affilata e il groove sporco. La scaletta? Un lungo viaggio dentro 25 anni di carriera, ripercorsi senza nostalgia ma con fame, ritmo e intelligenza musicale. Il pubblico, trasversale come il suo repertorio, ha risposto a ogni traccia con un’energia che sembrava moltiplicarsi col passare dei minuti.
La prima parte del concerto ha pescato a piene mani da La Scuola Romana, colonna sonora dell’omonimo film appena andato in onda su Rai 2. Piotta la rilegge dal vivo con piglio quasi cinematografico, complice l’eccellente lavoro visual di Cristiano Boffi: immagini in bianco e nero, fotogrammi di periferie, flash urbani che scorrono come una graphic novel animata.
La band è una macchina da guerra ben oliata. Francesco Santalucia (già collaboratore storico di Piotta) è un direttore d’orchestra silenzioso, alternandosi tra piano, basso e percussioni con precisione chirurgica. Augusto AKU Pallocca – sax, synth e strofe rap – è l’arma segreta del live: incastra groove e fraseggi con disinvoltura jazz-funk. Fioravanti alla chitarra sporca i beat con un suono crudo e nervoso, che odora di punk e di funk. Cicchetti alla batteria tiene tutto insieme con cassa piena e break muscolari.
La seconda metà è tutta per ’Na notte infame, l’ultimo album, il più scuro, il più politico. Piotta qui si muove su terreni meno radiofonici, ma più profondi. Il giorno del giudizio, Venticinque, Veleno sono mini-racconti di una Roma che cambia, si contorce e si spezza, narrati con rabbia e lucidità.
Il gran finale, com’era prevedibile, arriva con Supercafone. Il brano parte suonando quasi ironico, ma poi deflagra come un inno generazionale che non ha perso un grammo di potenza. La piazza esplode, e a quel punto è chiaro: Piotta non è il reduce di un’epoca, ma uno che continua a scriverne il seguito. Con le rime, con i visual, con una band che suona come una valanga.
Un concerto gratuito, sì. Ma artisticamente, valeva oro.
Piotta oggi è rock. Ma lo è alla romana: duro, diretto, col cuore in mano e i piedi in strada.
PIOTTA – ARF! FESTIVAL,
ROMA – 23 MAGGIO 2025