Cosa ha fatto perdere la fiducia del pubblico nella stampa di settore e perché
La lettura dell’
articolo pubblicato su Everyeye dall’ex-redattore Francesco Fossetti mi ha scatenato dei pensieri che sento di dover condividere, pensieri
personali che però credo possano essere significativi dell’esperienza di molti utenti consumatori e, perché no, anche critici stessi.
Oggi non voglio parlare troppo dell’approccio degli studi di sviluppo in fase di progettazione e sviluppo e della questione Metascore, che ormai tutti conosciamo fin troppo bene, quindi voglio focalizzarmi su ciò che la stampa videoludica rappresenta nella mente dei lettori/fruitori odierni e di cosa significano quei numeri nella concezione comune.
È un dato di fatto che la stampa di settore abbia perso la propria credibilità in maniera sempre crescente nel tempo, arrivando a un punto in cui ogni informazione e ogni pensiero viene soppesato anche da chi non ha i mezzi per offrire un’opinione informata e coerente con le aspettative.
Molti utenti, dietro a uno schermo, si sentono in diritto (talvolta in dovere) di commentare qualsiasi contenuto si trovino di fronte, anche se questo significa offrire un parere distruttivo e fuori luogo per qualsivoglia ragione. È tipico purtroppo leggere di utenti che diffondono messaggi mascherati da critiche, ma che di critico hanno ben poco, magari perché non hanno giocato al gioco e pertanto la loro interpretazione è puramente frutto del sentito dire o addirittura un copia-incolla del pensiero di amici o conoscenti, magari per un dissapore personale nei confronti di uno specifico critico, o magari per il cosiddetto “fanboy-ismo“, l’aprioristico amore (o odio) verso un media franchise o una singola opera.
Il pensiero secondo cui “la stampa è venduta” è sicuramente anacronistico nella maggior parte dei casi e viene sfruttato a favore della propria tesi solo quando comodo, in un’operazione riassumibile come “cherry picking“, in cui vengono colte solo le ciliegie più buone e le altre vengono ignorate. Mi sento molto vicino a Francesco Fossetti, persona che ho sempre stimato proprio per questa sua capacità critica, anche e soprattutto visibile nei limiti che lui stesso riconosce e nella capacità di saper identificare chi può essere l’autore più adatto per recensire uno specifico gioco, o per essere in grado di fornire disamine non solo sui singoli titoli, ma anche su visioni d’insieme sul medium o sul settore mediatico stesso.
Le persone saranno sempre e comunque in malafede in molti casi, il cinismo e la paranoia la fanno da padrone in molti ambiti, tuttavia bisogna sempre cercare di fornire i mezzi anche a chi è meno informato per essere in grado di partecipare a una discussione costruttiva e fornire critiche informate e intelligenti, frutto di un’analisi approfondita e di un’esperienza significativa.
I recensori non sono tutti uguali, e così i consumatori, e le divergenze sono pertanto normalissime anche in un settore percepito (sbagliando) come freddo e oggettivo dai più. È bene capire che ogni redattore mette in gioco la propria esperienza con un determinato prodotto nel contesto del proprio bagaglio culturale, frutto di una vita intera, e che se alcune caratteristiche possono essere misurate oggettivamente (livello di dettaglio dei modelli, framerate, presenza di bug), tutte quelle frutto di espressione artistica come storia, gameplay design, world building o sound design sono fortemente personali ed è pertanto naturale che si possano trovare recensioni in forte disaccordo tra loro, e che possano essere entrambe validissime.
In sintesi, trovo fondamentale che i critici effettuino le loro analisi sfruttando le proprie esperienze e vissuti personali, e che i lettori/utenti si informino veramente, toccando con mano ciò di cui si parla e analizzando il tutto anche tenendo in considerazione l’esistenza di più punti di vista, l’opera in questione prima di definire il proprio dissenso verso una recensione probabilmente molto più ragionata e dettagliata di ciò che potrebbero scrivere loro, per generare più dibattiti costruttivi e meno discussioni/litigi distruttivi.