“Romanzante meraviglia”, ecco cosa si può dire in due parole due del libro di Antonio Stefani, giornalista esperto da una vita di spettacolo per “Il Giornale di Vicenza”, autore, saggista, che al Maestro astigiano ha dedicato questo bellissimo ed elegante libro, edito da Agora Factory, “Paolo Conte nei paraggi”.
Stefani adora Conte, del resto credo sia impossibile non riuscire a farlo, tanto è il carisma, la bravura, la sorprendente carica di talento continuo che investe il cantautore da sempre e, gli auguriamo, ancora per molto, molto tempo. Mezzo secolo di articoli, recensioni, incontri con lo stesso Conte, quello che Antonio Stefani ha raccolto qui, nel libro appena pubblicato, con la posfazione di Riccardo Brazzale, cinquant’anni di incontri ravvicinati con un artista genial (e illusional, sentimental, orchestral…). Un grande amore, dicevo, intriso di bellissimi ricordi personali fatti di concerti, incontri a tu per tu, aneddoti, un amore che si sviscera nelle citazioni degli innumerevoli brani cantati nei live, riproposti con composto ordine, meticolosità, una specie di grandeur parigina, città peraltro a cui lo stesso Conte deve forse qualcosa, e che lo ha ispirato più volte. Stefani, da grande esperto qual è di musica, coglie tra le pagine del libro l’essenza del cantautore di Asti, dagli anni più (forse) inconsapevoli del proprio talento ai più blasonati e certificati di questi ultimi periodi. Oggi è una certezza assoluta in un Paese che musicalmente non è che sforni attualmente grandi compositori né narratori eccelsi, a parte magari qualcuno, ma quanti, poi? Paolo Conte è nell’immaginario di Stefani, mio e di molti, molti altri un vero signore del mondo musicale. E la bravura a sua volta del giornalista e autore vicentino sta anche nel fatto di aver colto, catturato il centro del narrare di Conte, intersecando le sue storie qualche volta con altre di storia vicentina, in una narrazione poetica e, appunto, di meraviglia, che va da “Razmataz” alle cronache beriche di “Swing Baby Swing” e di tal Harry Flemming, da Bruno Lauzi e le sue prime proposte contiane “Onda su onda” e “Genova per noi” .Interviste e capitoli, articoli e recensioni, ecco Paolo Conte in un ricordo perenne perlopiù zonale ma, comunque non solo , e poi che importa? Quel mondo così catturante, sfumato e nebbioso di fumo, sigarette, qualche buon bicchiere e tanto pianoforte, tanto jazz è qui racchiuso, in questo elegante libro dalle numerose fotografie, dalla sofisticata carta e da un mondo dove niente è mai del tutto vero o del tutto finto, come scritto nella premessa. Sullo sfondo, poi, ci sono l’avvocato vicentino-chansonnier di un tempo Gianni Marchetti, le varietà in varie età, addirittura gli accenni al mondo professionale quello serio e serioso, ovvero da avvocato civilista, diviso tra tribunali e palcoscenici. E’ tutto un complesso di cose – canta Paolo Conte in “Bartali”, ma anche qui è così: gli Aguaplanisti vicentini al suo cospetto infinito, il Mocambo, il mondo cantato di Chinatown, il Novecento, l’amore per l’eleganza delle donne. Stefani nelle sue interviste e negli articoli va via come un treno, liscio come in un mare d’olio, si capisce che la passione è più grande di tutto il resto. E (si) racconta fortune avute, occasioni non perdute, anzi, prese al volo, teatri di provincia come fossero le sale di Manhattan o l’ Olympia, appunto, parisienne, e tutto il contorno del cantautore con la sua faccia spigolosa e straordinaria. Ma quanti capolavori ha scritto, raccontato e musicato Paolo Conte? Non si contano. Un Maestro vero, padrone di un mondo dove se ci si imbatte non si vien più fuori , e con che contentezza tutto ciò. Con Antonio Stefani che ci insegna, convintissimo, che Paolo Conte ci migliora la vita. Ma avete mai ascoltato “Le chic et le charme”, “Gli impermeabili”, “Max”, solo per citare tre titoli? O “Genova per noi”, prima di andare a Genova, o dopo aver visto Genova?
PAOLO CONTE NEI PARAGGI
di Antonio Stefani
edizioni Agora Factory
foto di Paolo Conte della copertina di Paolo Brillo
foto di Antonio Stefani di Cesare Adami
ideazione grafica Studio Ramina
postfazione di Riccardo Brazzale