Sound&Vision

Eugenio Finardi, voce umana nelle valli Pinerolesi

Scritto da Marco Vitrotto

La voce è quella sempre di Finardi rotonda, piena, profonda, senza miagolii elettronici

Pomaretto, circa mille abitanti, 650slm, proprio alla confluenza tra le valli Germanasca e Chisone, posti bellissimi, ma un concerto? Qui?
Certo, e non è una novità, a pochi kilometri, a Salza di Pinerolo, in un magnifico anfiteatro naturale, tutti gli anni organizzano un concerto di ottimo livello, e nel 1991 fu la volta proprio di Eugenio Finardi
Ho detto concerto, ma non è così, Voce Umana è uno spettacolo teatrale, dove i due attori Eugenio appunto e Giovanni “Giuvazza” Maggiore ci propongono dei temi, li recitano e piano piano ci portano al brano musicale quale conseguenza logica e quasi inevitabile.
La voce, quella sempre rotonda, piena, profonda, senza miagolii elettronici di Finardi, in una parola, educata. Un giorno vorrei farmi raccontare quanto mamma Eloise, cantante lirica, abbia influito nella crescita canora del giovane Eugenio.
E la chitarra di Giuvazza, virtuoso musicista con una vena teatrale che completa la scena, non accompagna alla chitarra, e non fa la spalla, ma suona e recita, bene.
Si percorrono molti aspetti legati alla voce, veicolo essenziale di comunicazione e artefice delle più svariate sensazioni, umane, appunto. Qualche ricordo, degli aneddoti, in 50 anni di carriera cose da raccontare ce ne sono.
Inevitabilmente, trattandosi di musicisti, il punto d’arrivo sono le canzoni. Si ripercorre il repertorio classico di Eugenio, poi tre inediti che verranno pubblicati a breve nel suo nuovo lavoro.
Sold out, inutile dirlo, oltre mille spettatori; perfetta organizzazione della Pro Loco di Pomaretto, tanti volontari tanto entusiasmo; un ringraziamento particolare a Piero Sanmartino, coordinatore dell’evento.
Bene Eugenio, ma toglimi una curiosità: qual è il ritmo della vita, il Diesel, il Rock & Roll o la Voce Umana?

 

 

 

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About the author

Marco Vitrotto

Fotografo dall'età di 16 anni, per un po' ho fatto da aiuto per cerimonie così da pagarmi l'hobby. Molto BN, sviluppo/stampa poi dia etc.
I primi concerti nella seconda metà degli anni '80 e fino alla seconda dei '90, poi tutt'altro lavoro e foto quasi esclusivamente in viaggio.
Da un paio d'anni ho ripreso, rinnovato il set-up e nuovamente concerti. La colpa è tutta di Guido Harari!!! Ho visto una sua mostra l'anno scorso e ho capito che la sindrome di Stendhal esiste davvero...
Nikonista da quasi sempre, collaboro con @Nikonland.it.
Passato alle mirrorless, utilizzo per i concerti due corpi macchina, una nikon z6iii con 70/200z 2.8 ed una nikon z7 con il 14/30z 4, a forza di prove sto trovando il settaggio giusto, o perlomeno il meno peggio...
Fotograficamente parlando mi interesso anche di paesaggio, street, e glamour.

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