A Roma, la mattina del 22 giugno del 1633 il sole si era alzato su un cielo azzurrissimo, privo di nuvole, immergendo la città in una luce brillante e bellissima. Neanche le strade strette e i vicoli segreti riuscivano a sfuggire alla luminosità di quella giornata.
La piazza antistante il Palazzo del Sant’Uffizio era avvolta nell’oro dei raggi solari. All’interno del palazzo, un uomo anziano, davanti ai suoi giudici sente il calore di quel sole che, ne è sicuro, non si muove intorno alla Terra. E’ la Terra insieme agli altri pianeti a muoversi intorno ad esso.
Ma il Tribunale dell’Inquisizione, composto da altri prelati e teologi, ciascuno scelto meticolosamente dal Sant’Uffizio, ha deciso diversamente: negare quanto riportato nelle scritture significa negare la verità divina.
A Galileo sembra invece che la luce divina sia la luce della ragione. A Galileo sembra che le innegabili prove scientifiche che ha portato con sé, i calcoli e i modelli matematici, frutto di innumerevoli ed estenuanti osservazioni non possano che rafforzare la luce divina. A Galileo sembra che l’osservazione sistematica, l’uso della matematica per descrivere i fenomeni naturali, la verifica delle ipotesi mediante esperimenti, siano il modo migliore per cantare la gloria di Dio.
In ginocchio è costretto a rinnegare, a pronunciare pubblicamente la formula di abiura preparata dall’Inquisizione. Un uomo illuminato, umiliato dal buio della superstizione.
La leggenda vuole che, mentre lasciava il tribunale, Galileo abbia mormorato: “Eppur si muove”. Il movimento della Terra intorno al Sole era una realtà inconfutabile.
Questa frase è il simbolo della resistenza, del pensiero libero dai dogmatismi e dalla repressione dell’ignoranza. Potrei portare mille esempi dei nostri tempi dove le tenebre dell’ignoranza scientifica si insinuano mascherandosi di luce, dall’ossessione per il rifiuto della medicina ufficiale che viene percepita come “innaturale” preferendole cristalli, amuleti, santini e “pozioni” diluite, alla negazione dei cambiamenti climatici, passando per antievoluzionisti e terrapiattisti.
Oggi però, proprio mentre sto qui seduta davanti al computer a scrivere, la televisione accesa mi manda in sottofondo le ultime notizie. Recentemente le autorità talebane in Afghanistan hanno introdotto un decreto che vieta alle donne di affacciarsi dalle finestre delle loro abitazioni. Il divieto serve a prevenire “atti osceni” che potrebbero verificarsi se le donne fossero visibili mentre svolgono le attività quotidiane. Il decreto stabilisce dunque che le finestre delle stanze destinate alle donne siano murate.
Il buio della superstizione, dell’ignoranza perversa, immorale, sudicia e immonda cerca di oscurare la libertà, la sfolgorante luminosità del libero pensiero.
Giordano Bruno diceva “Questo sol m’arde e questo sol mi innamora”. Il sole simbolo di illuminazione e verità possa scaldare e illuminare insinuandosi attraverso gli interstizi delle finestre murate.
Eppur si muove
Il buio della superstizione, dell’ignoranza perversa, immorale, sudicia e immonda cerca di oscurare la libertà, la sfolgorante luminosità del libero pensiero