Cristiano Godano non ha mai avuto bisogno di urlare per farsi sentire. E al Monk di Roma, sul palco insieme ai Guano Padano per presentare il suo secondo album solista “Stammi accanto”, l’ha dimostrato con un concerto intimo, ipnotico e dolorosamente elegante. Una serata di rock rarefatto e parole pesanti come piombo – un rito laico per chi cerca bellezza nella ferita.
L’apertura con Stammi accanto è un’introduzione perfetta al tono della serata: una ballata notturna, lenta e dolente, che si aggrappa alla voce crepitante di Godano come un’ultima preghiera. Il pubblico, raccolto e partecipe, si fa subito silenzioso testimone di un viaggio interiore tra oscurità e redenzione. Con Nel respiro dell’aria e Dentro la ferita, i suoni si fanno liquidi, cinematografici, con i Guano Padano a costruire tappeti sonori degni di una pellicola di Jarmusch: la chitarra di Alessandro “Asso” Stefana regala sonorità western, riverberi desertici, ed il suono del basso ricorda il battito pulsante diun cuore ansioso.
Quando arriva Eppure so, tratto dal precedente lavoro solista “Mi ero perso il cuore”, il tono si fa più personale, quasi confessionale. Cristiano Godano canta come se stesse scrivendo una lettera a se stesso, e ogni parola sembra uscire direttamente da un diario intimo mai pubblicato. Il live prosegue in equilibrio tra nuovi brani e incursioni nel primo album, in un alternarsi di luci soffuse e ombre profonde: Lode all’istante e Vacuità si rincorrono come due meditazioni sull’assenza, mentre Cerco il nulla è una lama sottile infilata nella carne dell’anima.
In Ti parlerò e Ti voglio dire, Godano mette a nudo l’urgenza di comunicare, anche quando le parole sembrano tradire più che chiarire. Ma è con La mia vincita e Figlio e padre che il concerto tocca il suo picco emotivo: brani che esplorano i legami affettivi con la precisione di un bisturi e la delicatezza di una carezza.
Il set si chiude con la densità poetica di Dentro le parole, manifesto esistenziale di chi ha scelto di vivere tra i significati nascosti delle frasi, in una continua tensione tra senso e silenzio. Ma è nel bis che Godano e i Guano Padano spiazzano e conquistano definitivamente: Karma Police dei Radiohead si trasforma in un blues fantasmatico, una preghiera elettrica e straniante. Lieve arriva come un sussurro al passato, denso di tutta la nostalgia necessaria, e Ho bisogno di te chiude il cerchio con grazia sommessa, lasciando il pubblico sospeso tra malinconia e gratitudine.
Il live romano è stato molto più di un semplice concerto: è stato un viaggio nella parola, nel suono e nel dolore trasformato in arte. Cristiano Godano conferma di essere una voce fuori dal coro, necessaria e ostinata, capace di portare sul palco una profondità rara. E con Asso ed i Guano Padano al suo fianco, il suo universo si espande ancora di più, fino a diventare una colonna sonora ideale per chi non ha paura di guardarsi dentro.
Si ringraziano Monk Roma @monkroma e Kashmir Music @kashmir_music_concerti
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