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Alice nel paese delle terribili illusioni

Questo non è il teatrino dell’impossibile e noi purtroppo non siamo Alice nel Paese delle Meraviglie…

L’attuale contesto geopolitico appare, a molti, come in preda all’arbitrio di un mangiafuoco impazzito. Parlando dell’Ucraina: prima Trump convoca Zelensky per imporgli una sorta di pace coercitiva nella quale USA e Russia si spartiscono le terre rare (agli USA) e le spoglie di un paese “ex indipendente” (alla Russia).
Il ricatto è di stampo mafioso: avete presente il racket? Il presidente ucraino, persino dileggiato dai giornalisti per il suo abbigliamento, resiste, non firma, dimostrando un coraggio da leone di fronte al ciuffone inviperito e soprattutto di fronte ai morsi feroci del suo vice – e dobermann – “eyeliner” J.D. Vance.
Poi succede che Zelensky viene invitato in Arabia Saudita proprio dagli americani per riaprire il negoziato: è lì che accetta di trattare sulla base di un cessate il fuoco, il minimo sindacale per sedersi al tavolo. E’ allora che Putin, interpellato a sua volta, nicchia, temporeggia e nel frattempo intensifica i bombardamenti, approfittando dei primi vacillamenti del sostegno USA all’Ucraina. Dimostrando, se ce ne fosse stato ancora bisogno, la sua malafede.
Tutti, o meglio molti, invocano la pace. E la pace sarebbe dietro l’angolo se solo la comunità internazionale regalasse a Putin il Donbass e la Crimea e se solo l’Ucraina diventasse uno stato “indipendente” al pari della Bielorussia di Lukashenko, scendiletto di Putin.
Certamente potremmo dire: cosa ce ne frega a noi europei se l’Ucraina diventa come la Bielorussia, che ce ne frega se lo stesso destino attende la Moldavia e poi chissà le Repubbliche Baltiche o la stessa Polonia?
Mentre Putin fa quello che vuole, noi ci possiamo godere ancora qualche anno di pace e benessere. E poi? Siamo sicuri che sia giusto abbandonare al loro destino i nostri partner democratici dell’est? Siamo sicuri che i nostri figli non avranno a che fare con la pressione di questo mondo (di merda, almeno per me) al confine orientale dell’Europa? Siamo sicuri che non valga più la pena di contrapporsi a chi vuole espandere i propri confini con le bombe e i carrarmati?
Questo non è il teatrino dell’impossibile e noi purtroppo non siamo Alice nel Paese delle Meraviglie…

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Hellraiser Hellraiser

Ultimo di quattro figli, Francesco si è guadagnato con il sudore della fronte l'appellativo di "pecora nera" in seno ad una famiglia votata all'ecologia.
La passione per i motori nella vita privata e la carriera nelle banche d'affari a Londra e Milano hanno forgiato un cv controcorrente, poi riscattato con il romanzo di denuncia “Criminal Bank” (Laboratorio Gutenberg) e con la conversione professionale in paladino dei risparmiatori traditi

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