Al di là di quelle che possono essere le definizioni di massima lo stoner rock è essenzialmente un processo alchemico. I musicisti, a seconda dell’idea e del gusto personale, si divertono a mescolare psichedelia, blues, heavy metal… per dar corpo sonoro alle loro creazioni. La definizione semplicistica stonerà sicuramente ai cultori, ma i bizantinismi non mi sono mai piaciuti. Un aspetto che, invece, mi preme e piace sottolineare è come in un paese ancora aggiogato al melodico stucchevole a tutti i costi, vi siano band in grado di proporre un sound maturo e di ampio respiro.
È il caso dei Woodwall che a settembre hanno pubblicato per la Red Sound Records il loro album d’esordio. Woodempire, questo il titolo, si presenta ancor prima di mettere il CD nel lettore. Le atmosfere cupe sono anticipate dalla copertina: in un paesaggio desolato e crepuscolare campeggia un bosco sinistro e riarso, in basso due serpenti s’incrociano disegnando un occhio, dalle loro fauci vapori maligni che infestano l’aria e disegnano il nome del gruppo.
Il sound non tradisce le attese. Per dar colore, forma e atmosfera al loro progetto musicale i Woodwall partono dal doom metal e lo intridono di psichedelia e… non solo. Le lunghe suite, le atmosfere cupe, la voce abrasiva proiettano in una dimensione epica dal sapore prog.
I sei brani che compongono Woodempire scorrono veloci e toccano il loro apice nella splendida Walen. Undici minuti in cui vecchio e nuovo, tradizione e innovazione, tecnica e cuore trovano la loro sintesi.
Ottimo esordio per la band di Massa Carrara che dimostra, ancora una volta, la bontà del nostro panorama musicale… underground!
Fortunato Mannino