Recensioni

We are X

Scritto da Marco Sampietro

Will Hodgkinson critico rock del Times: “possiedono la grandiosità dei Queen, l’isteria heavy metal degli Iron Maiden e la raffinatezza sinfonica della musica classica, il tutto legato a una sana dose di melodramma”

Confini, quelli che bisogna oltrepassare per avere una visione del tutto completa ed esaustiva, senza essere limitati, senza che qualcuno o qualcosa possa dire questo è tutto, accettalo.
Essere curiosi e scoprire, leggere, osservare, ed ascoltare…la musica, quella di tutto il mondo e di tutti i generi e di tutti i tempi possibilmente. E dunque, in quel turbinio di emozioni che si crea attraverso cinque righe e quattro spazi, troviamo anche quel fenomeno underground giapponese, noto con il nome di Visual key.
Uno stile musicale e in particolare una categoria di musicisti giapponesi che hanno una forte attenzione per gli stravaganti costumi di scena che hanno avuto origine in Giappone durante i primi anni ’80 ispirati dal glam rock, dai Kiss, Led Zeppelin da David Bowie, loro più grande fonte ed inchiniamoci al Duca Bianco, così come dal tradizionale teatro kabuki giapponese.
Dunque, se me lo permettete, per chi li conosce già, i maggiori esponenti di questo genere musicale sono noti con il nome di X Japan, uno dei segreti più nascosti all’occidente.
Se non si è stati dei veri e propri figli degli anni ’80 amanti in assoluto del mondo nippo fino alle sue viscere, nonostante aver mandato esauriti, per ben 18 volte il Tokyo Dome, tempio assoluto del rock giapponese, con tour in U.K. e al mitico Madison Square Garden e nel resto del globo; dalle italiche parti, l’eco di quel movimento shock visivo  power/speed metal con pesanti elementi sinfonici anche ricco di ballate targato X Japan, almeno per il sottoscritto e forse per altri era inizialmente sconosciuto, ma poi…
やった (evviva)!
エックスジャパン Ekkusu Japan, nati nel 1982 dal batterista e pianista Yoshiki e dal cantante Toshi, nella prefettura di Chiba ad est di Tokyo, sono stati praticamente il primo gruppo Visual Key.
La X ha fatto di loro un’incognita ambigua che può significare qualunque cosa e, di conseguenza, dare modo alla band di essere estremamente versatile esprimendosi in qualunque modo.
Icona tra i giovani ribelli attratti dal tono di alienazione e frustrazione per cui X era venerato. La loro musica è stata descritta da Asiaweek come avente “un suono arrabbiato che rifiutava i principi della società giapponese”. Nel 1998, il conduttore radiofonico e televisivo Bryan Burton-Lewis ha spiegato: “In Giappone, l’immagine che abbiamo del pubblico X è quella di ragazzi rurali che attraversano una fase di ribellione. Mettono la loro vita nell’essere fan degli X: si vestono così, lo respirano”.
Endless Rain, Hero e Rusty Nail, sono alcuni dei loro più celebri brani, diventati per gli X-fan dei veri e propri inni, cantati a squarciagola da vere e proprie onde umane durante i loro concerti.
Nel documentario Global Metal, Yoshiki ha dichiarato che l’industria musicale e i media odiavano la band e non li avrebbero nemmeno intervistati, “ma alla fine abbiamo venduto 20 milioni di album, quindi non hanno avuto scelta”, e infine un certo Gene Simmons, affermò che se i membri degli X Japan fossero “nati in America o in Inghilterra e cantassero in inglese, potrebbero essere la più grande band del mondo”.
La loro iconografia, fatta di simboli relativi agli angeli o all’aldilà, li eleva in un certo qual modo verso una spiritualità che poi sfocia nel loro Visual Key musicale, rendendoli visibilmente attorniati da un’aura mistica ed indefinibile proprio come quella loro X.
Si basavano anche sul culto del dolore che distrugge il fisico rappresentato anche e soprattutto da quello mentale, pensiero prettamente orientale e che non può essere compreso facilmente da un occidentale. Attraverso una sofferenza musicale e di vita, si esprimevano al meglio raggiungendo una loro personalissima mistificazione nel fare ciò per cui erano nati.
Nonostante le varie disgrazie della band con il suicidio di alcuni membri e la rigida e conservatrice opinione pubblica nippo, che inizialmente non li celebrò affatto, gli X Japan sono stati un fulmine a ciel sereno nel panorama musicale del paese del Sol Levante, lasciando un segno indelebile anche al di fuori del semplice panorama musicale e che vive tutt’ora.
La musica da ascoltare e apprezzare non ha confini, è un’incognita, è X…Japan.

 

 

 

Credits photo: Di Jase The Bass 
https://www.flickr.com/photos/jasethebass/3209854872/sizes/l/in/set-72157594266410289/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5748624

About the author

Marco Sampietro

Sono il samurai partenopeo, figlio degli anni ’80. Scrivo, racconto e imparo senza mai sentirmi “arrivato”, altrimenti sarei già carne morta. Pubblicista, autore e…giurista, sempre aperto al confronto. Appassionato amante del paese del Sol Levante, dove il futuro esiste poiché legato e mai lontano dal suo misterioso passato. Ascolto musica H24, curiosando nei suoi meandri, attraversandola in tutti i sensi, perfetta compagna di scrittura insieme al profumo di incenso di hinoki e una tazza di buon matcha, ampiamente sostituibile con una sacra birra. Sono ciò che sono come ognuno di voi, complesso ed unico. Oso per la conoscenza di ciò che spesso non si nota, adoro la libertà di pensiero.

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