Ciao VD! Di seguito alcune domande per un’intervista scritta al Magazine Sound36 in occasione del prossimo Rock Metal Fest di Pulsano. Grazie per il vostro tempo.
Potreste raccontarci in sintesi il percorso della vostra band?
Olaf: abbiamo appena festeggiato il nostro 25° anniversario, quindi siamo in giro da qualche settimana :) Quella che era cominciata come un’esperienza estemporanea ed alternativa a quelle che erano le nostre band principali di allora (Rhapsody e Labyrinth) si è progressivamente trasformata in una realtà solida e molto attiva, con un seguito sparso un po’ in tutto il mondo, tant’è vero che probabilmente abbiamo suonato piu in Asia e Sud America che in Europa.
Oggi siamo ancora qua, con un concept suddiviso in ben 2 album, che usciranno nel giro di un anno, la 1° parte il 20 settembre 2024 e la seconda parte nel 2025
Come componete la vostra musica e quali tematiche emergono maggiormente dalla parte testuale?
Ci piacciono molto tematiche che affrontano temi personali, come la paura della morte, la decadenza umana e sociale, la filosofia. Spesso utilizziamo dei concept, in modo da utilizzare l’intero disco ( anche più di uno) per raccontare una storia che affronti proprio i temi di cui sopra.
Musicalmente, invece, avevamo iniziato nel pieno dell’ondata power metal, ma abbiamo sempre voluto mantenere una libertà sia stilistica che compositiva e lentamente abbiamo scoperto di fare parte di quel genere che oggi viene chiamato “prog power” e di cui, con orgoglio, siamo stati tra i primi a dargli inizio.
Avete all’attivo molti album. Ce n’è uno in particolare cui siete affezionati, o anche un solo pezzo?
Siamo una di quelle band che vive la “dannazione/fortuna” di avere almeno un disco che viene considerato come una pietra miliare, quindi se chiedi a chi ci conosce, probabilmente il nome che ti verrà fatto è quello di “Stream of Consciousness”, che è stato un album fondamentale per la nostra carriera.
Per fortuna, però, siamo riusciti a realizzare diversi album molto apprezzati e considerati da chi ci segue e questo ha fatto si che oggi ognuno abbia un suo album preferito, che non sia necessariamente “SOC”, di cui però non posso negare l’importanza che, appunto ha avuto per noi.
Vision Divine è una band storica che nasce in Italia, ma ha molto riscontro all’estero. Dove sentite maggiormente le vostre radici?
Noi siamo Italiani e ci piace essere riconosciuti come tali, ma sicuramente, nel corso degli anni, abbiamo trovato un notevole riscontro di pubblico e critica in Sud America, che è un po’ diventata la nostra seconda casa e dove abbiamo un seguito superiore alla norma.
Quest’anno sarete la headliner del RMF: qual è il vostro rapporto con il palco e cosa vorreste arrivasse al pubblico?
Solo una parola: divertimento! Abbiamo tutti iniziato a suonare per divertimento e quando andiamo ad un concerto, ci aspettiamo divertimento.
È quello che cerchiamo di trasmettere al pubblico, a prescindere dal genere proposto. Non siamo uno di quei gruppi che si prende esageratamente sul serio, o che pretende un’attenzione e una concentrazione da teatro: siamo una band Rock e tale vogliamo rimanere, cerchiamo di proporre buona musica (almeno per noi) e di offrire una/due ore di spettacolo, che possa appunto far passare una bella serata a chi è presente sotto al palco.