Torniamo a scrivere di Prog e lo facciamo, veramente, ben volentieri perché l’album che presentiamo oggi segna il ritorno degli VIII Strada, band tra le più apprezzate dell’ultima decade.
Tornano, a distanza di sei anni da La Leggenda Della Grande Porta, con una line-up leggermente rinnovata e un’intensa attività live alle spalle che ne ha forgiato il nuovo sound.
Babylon, questo il titolo, è un album che ci proietta in quel labirinto inestricabile di pensieri ed emozioni che è la mente umana. Come s’intuisce facilmente dal titolo sono l’incomunicabilità, la solitudine, l’impossibilità di trovare una visione comune con l’altro e, infine, il disturbo psichico che isola e relega in una dimensione propria l’Essere, gli argomenti che caratterizzano l’intero album. Non esattamente un concept ma brani nei quali l’unico filo conduttore è la psiche umana che non viene raccontata ma bensì ricreata. Vengono ricreati i pensieri, le visioni dei protagonisti e questo rende l’album ancora più affascinante. Un progetto ambizioso che si dipana attraverso sette brani e due lunghe suite. Il linguaggio è quello del Prog ma, lo abbiamo scritto più volte, si tratta solo di un’indicazione di massima. Babylon è, infatti, un album che dal Prog eredita tecnica, fughe e assoli, ma in cui confluiscono e si mescolano jazz, hard rock e rock blues; il che rende dinamico e gradevole il sound dell’intero album.
VIII Strada -Babylon
Gli VIII ci proiettano in quel labirinto inestricabile di pensieri ed emozioni che è la mente umana