Interviste

Valentina Falsetta

Valentina Falsetta: racconto di una voce poetica in bilico tra razionalità e ispirazione

Nativa di Catanzaro, ventisei anni, Valentina Falsetta si guadagna dal primo istante l’appellativo di “voce poetica” a tutto tondo. Laureanda in Giurisprudenza presso l’Università della sua città, affianca alla passione per la parola poetica un viscerale amore per lo studio del Diritto: questo profilo, «binario ma non bipartito», tiene a specificare lei, è quanto emerge con la grazia tipica degli eventi inaspettati dalla nostra lunga intervista telefonica: un’imperdibile occasione di incontro tra anime che, perduti ben presto i tratti della formalità, ha assunto quelli caldi e quasi confidenziali di una piacevole chiacchierata tra amiche…

Valentina, che parole useresti se volessi tracciare una tua – breve ma evocativa – presentazione per chi ancora non ti conosce?
Cominciamo con una domanda non facile…sicuramente una tra le prime caratteristiche che mi vengono in mente è la possibilità, che ho sempre mantenuto, di muovermi su un doppio binario: da un lato i miei studi giuridici, ormai quasi conclusi, dai quali è scaturita la mia propensione all’approfondimento del Diritto – il Penale, ad esempio, mia grande passione – come prodotto dell’Essere umano per altri Esseri umani, dall’altro la mia ossessione per la lettura e la scrittura alle quali credo mi sia impossibile rinunciare: sembra che si tratti di due mondi diametralmente opposti e, pertanto, inconciliabili e invece vi ho trovato dei punti di sorprendente confluenza…

Quali, ad esempio?
Generalmente parlando, il Diritto, del quale la norma è manifestazione concreta, ha una funzione preventiva, dunque “prevede” e ha effetto su qualcosa che accadrà: parallelamente, nell’atto di comporre poesia interviene sempre quell’elemento “magico” di cui parlava anche Marina Cvetaeva con Anna Achmatova: scrivere è sempre nascondere qualcosa perché venga scoperta e il poeta, nell’atto del presagio, nonché nel suo tentativo di prevedere il futuro, è sempre anche un profeta, infatti si dice spesso che bisogna stare attenti a quanto si scrive in poesia perché poi si avvera…

Facciamo un passo indietro: come arrivi alla scrittura?
Comincio col dire che non sono cresciuta in una famiglia di accaniti lettori, per cui credo che la grande artefice del mio avvicinamento al mondo delle parole in generale sia stata la scuola, per una di quelle circostanze fortunate che possono cambiare il corso di una vita: è evidente che la presenza di una nutrita biblioteca in classe sollecitasse la mia fantasia, per cui ho dei  precisi ricordi di me bambina che, rincasando, sedevo al computer di mio padre e inventavo storie, perlopiù favole… Ho sempre declinato la mia passione in vari modi e poi, da liceale, ho aperto il mio blog letterario, che avevo chiamato Antigone Magazine, su WordPress. Quel titolo mi era parso adeguato, non solo perché richiamava la mia preferita tra le tragedie sofoclee, ma perché mi pareva rappresentare bene quella convergenza tra il mondo giuridico e il mondo letterario che caratterizza la mia formazione. Anche adesso che, per esigenze legate al dominio della pagina, il blog porta semplicemente il mio nome e cognome (https://valentinafalsetta.it/) il riferimento ad Antigone fa ancora – e farà sempre – parte del suo Manifesto, in quanto l’eroina sofoclea rappresenta tutt’oggi ai miei occhi l’esempio più calzante di come etica e morale – le cosiddette “leggi non scritte” al cui rispetto Antigone si appella, in drammatica contrapposizione al nòmos incarnato da Creonte – vadano talvolta difese ad ogni costo dalla cieca e irragionevole arbitrarietà delle leggi umane.

Dunque, un rapporto tanto viscerale, quanto precoce, il tuo con la pagina scritta…
Molto. Peraltro sono particolarmente felice di cogliere questa occasione per ricordare il mio ormai prossimo “ritorno alle favole”: infatti, ad ottobre uscirà per Coccole Books un albo illustrato dal titolo Lulù e l’albero delle storie, incentrato sulle mirabolanti storie narrate da un’omonima fatina e dedicato al ricordo di una mia amica (la compianta archeologa e libraia Luana Vasapollo, che è stata un autentico punto di riferimento per decine di piccoli lettori catanzaresi N.d.R.) prematuramente scomparsa. Il testo è mio, mentre le illustrazioni sono della disegnatrice reggina Francesca Mallamaci. Ti confesso che ho più paura per l’esordio di questa opera che per tutte le altre. I bambini sono un pubblico difficile e spietato, che costringe chi scrive a una continua introspezione e alla semplicità, oltre che ad una continua originalità. Spero di esserne all’altezza!

E del tuo esordio poetico, invece, che cosa puoi dirci?
Affiancandovisi, la poesia è arrivata per consentirmi di esprimere concetti ed emozioni che capivo di non poter “relegare” alla prosa perché – uso spesso questa espressione – “provenienti da un altro mondo”. Quando è uscita la mia prima raccolta poetica (Osservatrice aggravata, edito da AttraVerso nel 2022, N.d.R.), sebbene non fossi ancora pienamente soddisfatta del risultato, come credo avvenga per gran parte delle opere prime, ho capito di aver imboccato la strada giusta. Anzi, credo proprio che la mia seconda raccolta, con la molteplicità di temi che la contraddistingue, e in ragione della quale ho deciso di non dare un titolo alle singole poesie, non volendo “incasellarle”, contenga anche le molecole di un futuro romanzo, a ulteriore testimonianza di come, per me, anche la poesia e la prosa finiscano per procedere sempre in parallelo…

Raccontaci a questo punto qualcosa della tua “biblioteca personale”: quali autori o autrici leggi più spesso o più volentieri?
Premesso che concepisco quella poetica come un’esperienza dai contorni altamente personali, dunque non credo ci si possa far tanto influenzare da altri autori e autrici come è, invece, facile che accada per la prosa, ultimamente leggo molta letteratura contemporanea e sono un’amante di Clarice Linspector, a un frammento del cui libro Vicino al cuore selvaggio mi sono ispirata per il titolo della mia ultima raccolta poetica (Le cose erano ricche, uscito per Eretica Edizioni nel 2024 N.d.R.); ma mi piace molto anche la letteratura russa, che trovo sia espressione di un mondo senza pari né precedenti; dei russi mi affascina il loro rapporto con i poeti, che – a differenza di quanto, ahimè, accade in Italia, dove la poesia, per alcuni aspetti, continua ad essere considerata un prodotto editoriale di nicchia – sono considerati dei veri e propri “monumenti nazionali”!

Se dovessi allora rintracciare un filo conduttore nella tua ultima opera, quale sarebbe?
Come ti dicevo, credo ce ne siano molti, ma uno preponderante è – rubo questa significativa espressione all’antropologo Vito Teti – il senso dei luoghi e il capire in che modo i luoghi influenzino ciò che diventiamo. In questo senso, mi trovo d’accordo con Federica Manzon (autrice del romanzo Alma, insignito del Premio Campiello nel2024 , che Falsetta, in tandem con Umberto Mancino, ha avuto occasione di intervistare lo scorso anno, in occasione della presentazione del libro presso la Libreria Ubik di Catanzaro N.d.R.) quando afferma che più che la Storia a influire sull’identità delle persone è il loro senso di appartenenza geografica: nei miei scritti, per esempio, la Calabria è apparentemente poco rappresentata, ma in realtà permea ogni pagina per quel patrimonio di valori intrinsecamente umani che  porta con sé, tu che vivi in Sicilia sicuramente lo comprenderai…     

Nel 2024 hai dato vita al tuo podcast Fare cose con le parole  che tu stessa, presentandolo, dichiari esserti stato ispirato dalla teoria degli atti linguistici, nonché dal quasi omonimo libro di John Austin How to do things with words del 1962: puoi dirci di cosa si tratta?
Partendo dalla considerazione, forse non abbastanza ovvia, che il linguaggio è prima di tutto uno strumento concreto, dunque un atto politico, Fare cose con le parole si propone al pubblico come un contenitore di interviste e riflessioni sull’aspetto performativo del linguaggio e sulla facoltà, propria del linguaggio, di costruire la realtà attraverso le sue molteplici sfumature. Si tratta di uno spazio che ospita, tra le altre cose, libri, voci e opinioni di autori e autrici della nostra letteratura contemporanea, e che vuol essere un “occhio aperto” sugli eventi culturali che interessano la città di Catanzaro e i suoi dintorni.

Ancora a proposito di auspici e predizioni, nel tuo futuro cosa vedi?
Spero di vedere ancora e sempre il mio orizzonte professionale e quello artistico convergere fino a toccarsi. Da giurista, inoltre, mi piacerebbe occuparmi specificamente di Diritti Umani: la mia tesi di Laurea è, non a caso, incentrata sulle inique condizioni di lavoro dei migranti e sul vergognoso fenomeno del “caporalato”, ormai pericolosamente dilagante dal più classico settore agricolo addirittura a quello impensabile dell’alta moda. Si tratta di un argomento di scottante attualità, che, in futuro, mi piacerebbe approfondire. In fondo, ancora una volta, il letterato militante e il giurista incarnano due facce di una stessa medaglia: entrambi cercano di trovare un antidoto alle velenose insidie del Silenzio…

About the author

Maria Concetta Trovato

Maria Concetta Trovato ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filologia Moderna presso il DISUM (Dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università di Catania nel 2016, con una edizione critica dei Dialoghi con Leucò di Pavese, attualmente in corso di pubblicazione per Sinestesie.
Due volte insignita del Premio Pavese per la saggistica inedita, dal 2015 è socia della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria) per la quale ha curato diversi contributi critici, editi da ETS. Nel 2021 ha partecipato all’edizione Mondadori dell’Opera Poetica di Pavese, occupandosi specificamente della sezione relativa alle prove di traduzione dello scrittore dalla poesia inglese e americana.
Ha recentemente contribuito al volume Cesare Pavese Mythographer, Translator, Modernist. A Collection of Studies 70 Years after His Death per la casa editrice Vernon Press di New York.
Attualmente è Docente di Ruolo di Discipline Letterarie e Storia, nonché Referente del Corso Serale, presso l’Istituto Alberghiero “Principi Grimaldi “di Modica (Ragusa)

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi