Sound&Vision

Un’opera che attraversa il tempo: “Cleopatra” di Alessandro Meacci inaugura il Festival d’Autunno

Scritto da Roberta Cricelli

Con “Cleopatra”, Alessandro Meacci firma un’opera che è al tempo stesso classica e rivoluzionaria, in grado di guardare indietro per andare avanti.

L’arte che segna, insegna e attraversa le epoche. Si respirava emozione, la sera del 10 ottobre, nel foyer del Teatro Politeama Mario Foglietti di Catanzaro, durante la conferenza stampa che ha svelato al pubblico “Cleopatra”, la nuova opera lirica firmata dal giovane e visionario compositore Alessandro Meacci. Un debutto attesissimo, quello dell’11 ottobre (ore 21), che apre ufficialmente la XXII edizione del Festival d’Autunno, intitolata “CambiaMenti. Linguaggi senza tempo”, destinata a proseguire anche al Teatro Palladium di Roma.

Un ponte tra passato e presente
A raccontare l’essenza dell’opera è stata la direttrice artistica Antonietta Santacroce, che ha parlato di un lavoro capace di coniugare tradizione e linguaggi contemporanei:

«“Cleopatra” è un ponte tra tradizione e linguaggi dell’oggi, capace di dare voce alle sfide del nostro presente. Grazie alla sinergia tra Fondazione Carical, progettazione triennale della Regione Calabria e sponsor illuminati, abbiamo potuto abbracciare un’opera che sposa perfettamente la nostra filosofia».

Musica che abbraccia l’innovazione
La firma di Meacci è riconoscibile: un linguaggio musicale che fonde il classico con la sperimentazione, in cui l’orchestra dialoga con suoni digitali e strumenti antichi, accuratamente ricostruiti dal liutaio Enzo Laurenti, eccellenza del Made in Italy.
Il compositore, tra i più interessanti del panorama attuale, ha condiviso così la sua visione:

«Volevo creare un’esperienza immersiva, un dialogo aperto tra la storia e la contemporaneità. Cleopatra è un personaggio denso, che va oltre lo stereotipo patinato e secolarizzato. Ho voluto restituirle voce attraverso una contaminazione tra le arti, capace di nutrirsi del passato per espandere lo sguardo sul presente. Catanzaro ha dimostrato lungimiranza nel darci fiducia».

Un libretto tra lingue e identità
A dare corpo e parola al racconto di Cleopatra è il libretto originale di Marco Maria Tosolini, che opera una raffinata rilettura filologica e semantica: dall’egizio al greco, dal latino all’italiano. Ne emerge una figura lucida e politica, distante dalle rappresentazioni convenzionali, in piena sintonia con la missione del Festival: riscrivere i ruoli attraverso nuovi linguaggi.

Regia e visioni tra scienza e immaginazione
La regia di Erica Salbego, anche costumista dell’opera, costruisce un delicato equilibrio tra rigore storico e invenzione visiva. Ispirata alla ricostruzione scientifica del volto di Cleopatra realizzata dall’antropologa forense Chantal Milani, la regista ha dato vita a un allestimento suggestivo, arricchito dalle scenografie digitali tridimensionali firmate da Annalisa Scarpa, che ha sottolineato l’importanza del dialogo tra arte e tecnologia per la costruzione di immaginari condivisi.

Un cast d’eccellenza e una direzione audace
A dirigere la Roma Tre Orchestra sarà il Maestro Massimiliano Caldi, che ha definito Meacci:

«Un compositore-interprete non categorizzabile, fuori dal tempo, la cui intuizione su Cleopatra, così avvolgente e corposa, si ama o si odia».

Protagonista assoluta sarà il soprano Jennifer Ciurez, scelta per incarnare una Cleopatra intensa e fuori dagli schemi. La serata sarà impreziosita anche dalla presenza della soprano e presentatrice Maria Carfora, in virtù della collaborazione con la Rai, che ha deciso di sostenere il progetto.

Danza e ambiente: l’altra metà della serata
Il 10 ottobre ha segnato anche la prima nazionale di “To my Skin”, spettacolo firmato dalla Cornelia Dance Company che riflette sul cambiamento climatico attraverso il linguaggio della danza contemporanea.
Inserito nel dittico creato dai coreografi Mauro De Candia e Antonio Ruz, il lavoro esplora, con intensità poetica, l’impatto del clima sulla pelle umana, suggerendo allo spettatore una nuova sensibilità, in linea con la certificazione Eco Events Legambiente di cui il Festival calabrese si fregia.

Un festival che guarda lontano
Tra radici culturali profonde e visioni sul futuro, il Festival d’Autunno 2025 prende il via lasciando il segno. “Cleopatra” non è solo un’opera, ma un manifesto di cambiamento, che attraversa le arti, le lingue e le generazioni, ponendo la bellezza al centro di una riflessione civile e contemporanea.

 “Cleopatra” di Alessandro Meacci: un’opera tra mito e modernità che riscrive la storia
Un appuntamento di assoluto rilievo nel panorama culturale nazionale ha illuminato la scena del Festival d’Autunno, giunto alla sua ventiduesima edizione e intitolato emblematicamente “CambiaMenti. Linguaggi senza tempo”. L’11 ottobre, sul palcoscenico del Teatro Politeama Mario Foglietti di Catanzaro, è andata in scena la prima assoluta di “Cleopatra”, nuova opera lirica firmata da Alessandro Meacci su libretto di Marco Maria Tosolini. Un debutto accolto con calore ed entusiasmo dal pubblico, in una serata destinata a rimanere nella memoria come un nuovo spartiacque per la lirica del nostro tempo.

Un omaggio alla creatività e alla tenacia
L’apertura della serata è stata segnata da un momento simbolico e denso di significato: Antonietta Santacroce, Sovrintendente del Teatro e direttrice artistica del Festival, ha premiato Meacci con il prestigioso Cavatore d’argento, realizzato dal maestro orafo Michele Affidato – un riconoscimento che incarna l’operosità e il genio creativo di Catanzaro. A consegnarlo, Giovanni Pensabene, presidente della Fondazione Carical, ente tra i principali sostenitori dell’iniziativa, in collaborazione con la Regione Calabria e altri partner istituzionali. Ad accompagnare la cerimonia, la raffinata conduzione di Maria Carfora, celebre soprano e volto noto della Rai, che ha saputo condurre il pubblico con eleganza tra parole, musica e visioni. In un gesto carico di significato, Meacci ha contraccambiato l’omaggio donando a Santacroce un sistro, antico strumento rituale egizio, rievocato e ricostruito in ogni dettaglio dal liutaio Enzo Laurenti, lo stesso artefice degli strumenti storici impiegati nella messa in scena. Un gesto che rafforza l’anima profondamente simbolica e interculturale dell’opera.

Tra innovazione sonora e fedeltà storica
L’opera, articolata in due atti, è stata diretta dal Maestro Massimiliano Caldi, alla guida della Roma Tre Orchestra, con la regia incisiva e visionaria di Erica Salbego. “Cleopatra” non è una semplice rivisitazione del mito: è un’operazione culturale che ambisce a liberare la regina d’Egitto dalla patina decadente di femme fatale, restituendole profondità politica, umana e filosofica.

La partitura musicale di Meacci si rivela un terreno fertile di ibridazione sonora: i codici del melodramma si fondono con sperimentazioni elettroniche, creando una tessitura musicale complessa, stratificata e coraggiosa, capace di evocare il passato parlando la lingua del presente.

Il libretto, firmato da Tosolini, si distingue per una ricercatezza filologica rara: il testo si muove con disinvoltura tra italiano, latino, greco ed egizio antico, amplificando il senso di autenticità storica e culturale. Un’operazione raffinata, ancora aperta a evoluzioni, ma solida nelle sue intenzioni e nell’efficacia espressiva, anche grazie al lavoro di Caldi nel dirigere l’equilibrio fra orchestra, cantanti e partitura.

Una scena che vibra di presenze
La regia, sobria ma calibrata, ha puntato sull’essenzialità per valorizzare la fisicità degli interpreti e delle giovani danzatrici della Scuola di ballo del Teatro Politeama, che hanno saputo dare corpo al ritmo interno della narrazione.

Le scenografie digitali tridimensionali, firmate da Annalisa Scarpa, hanno trasportato lo spettatore in un mondo che fondeva antico e virtuale, realizzando uno spazio visivo immersivo ed evocativo. Accanto ai momenti lirici, interventi corali e sequenze recitate hanno contribuito ad ampliare la tavolozza espressiva dell’opera.

Un cast internazionale, tra equilibrio e pathos
L’ensemble vocale ha dato prova di grande equilibrio e presenza scenica.

  • Il basso Karol Filich ha vestito i panni di Tolomeo XII con intensità drammatica.
  • Il baritono Jedrzej Suska ha impersonato Giulio Cesare con autorevolezza.
  • Il soprano Jennifer Ciurez, nei panni della protagonista, ha offerto una Cleopatra intensa, elegante e moderna, capace di restituire tutta la complessità del personaggio.
  • Charles-Isaac Denys (Marco Antonio) e Artur Sadlon (Ottaviano Augusto), entrambi tenori, hanno dato vita a un confronto di tensioni politiche e umane.
  • La soprano Sara Ghiglia, nel ruolo di Ottavia Minore, ha conquistato il pubblico con la sua presenza scenica carismatica.
  • La narrazione è stata cucita dalla voce fuori campo di Anton Giulio Onofri, interprete di Plinio il Vecchio, che ha assicurato un filo conduttore tra racconto e storia.

Un’opera che intreccia arte, scienza e femminile
Elemento cardine dell’intero progetto è stato il contributo dell’antropologa forense Chantal Milani, che ha realizzato una ricostruzione scientifica del volto di Cleopatra, offrendo una visione realistica, lontana dai cliché estetici della cultura pop. Questa operazione ha dato un respiro interdisciplinare all’opera, unendo scienza, arte e narrativa del femminile in una lettura complessa e sfaccettata.

Un dittico di linguaggi al femminile
“Cleopatra” si inserisce nel filone tematico del Festival d’Autunno 2025, che guarda con attenzione alle nuove forme di espressione artistica e ai protagonismi femminili. Un percorso condiviso con “To my Skin”, opera coreutica firmata da Mauro De Candia e Antonio Ruz, che ha esplorato il rapporto tra pelle e cambiamento climatico attraverso la danza, e con “Materiale per Medea”, spettacolo teatrale che rinnova il mito di Euripide. Tutte esperienze accomunate da un’urgenza comune: decostruire stereotipi e ripensare il linguaggio del potere e del corpo, attraverso una lente contemporanea e plurale.

Un debutto che lascia un segno
Con “Cleopatra”, Alessandro Meacci firma un’opera che è al tempo stesso classica e rivoluzionaria, in grado di guardare indietro per andare avanti. Il suo lavoro, insieme a quello di un’équipe artistica e tecnica di altissimo profilo, conferma il Festival d’Autunno come laboratorio di visione, spazio di incontro tra linguaggi e luogo fertile per la creazione di nuovi immaginari.

Per le informazioni e  le fotografie si ringrazia: 

L’UFFICIO STAMPA DEL FESTIVAL Giuseppe Panella e Claudia Fisciletti e la social media manager Anna Trapasso.  

About the author

Roberta Cricelli

Nata a Catanzaro. Classe 1995. Si diploma al Liceo delle Scienze Umane “E. Fermi” di Catanzaro. Si laurea in Sociologia all’Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro e studia Metodi e linguaggi del giornalismo all’Università degli Studi di Messina. Giornalista pubblicista scrive per: la redazione catanzarese de “Il Quotidiano del Sud” , il mensile “Catanzaro City Magazine”, cura la rubrica “Riflessioni allo specchio per “Catanzaro Informa” ed alcuni sui articoli scientifico- divulgativi sono presenti su “Sociologicamente.it”, collabora con l’associazione culturale “ Calabria Contatto”, cura insieme alla poetessa Doris Bellomusto dei contributi per il blog di Radio Ciak e si diletta tra pensieri in versi e in prosa.
Nel 2014 vince una Borsa di studio nell’ambito dell’iniziativa “Pace e Dialogo con le Nuove Generazioni” promossa dal Rotary Club Distretto 2100 per il saggio “L’eterna esigenza dell’uomo”. Nel 2018 è tra i poeti selezionati nell’ ambito della VII edizione del premio “Alda Merini” promosso dall’ Accademia dei Bronzi di Catanzaro per far parte dell’antologia “Versi per Alda” con la poesia “Fenice”. Ad Aprile 2019- Si classifica al PRIMO POSTO al concorso “Calabria in Versi 2019” indetto da “Calabria Contatto” con la poesia “Radices” contenuta nel booklet omonimo del concorso insieme al componimento “Gea- Madre Terra” ed entra a far parte della giuria di qualità delle successive edizioni nella sezione Poesia e del team associativo. A luglio 2019- Il componimento “Intensa- Mente” è tra le opere selezionate nella I edizione del concorso Nazionale di Poesia "Dantebus”. A settembre 2019- Il componimento “marzo” viene inserito nel Calendario 2020 de “L'Albero di Kery ONLUS” nell’ambito del primo concorso di poesia “Rime tra gli alberi” dalla stessa indetto. A giugno 2020- Il componimento “Risacca” è tra le opere selezionate come finalista web nell’ambito del contest “I corpi e i luoghi” indetto dall’ “Accademia Mondiale della Poesia” A luglio 2021- Si classifica al TERZO POSTO alla I edizione “Premio Nazionale di Poesia La Masnada” sezione poesia inedita. Da agosto 2021-Redige recensioni su volumi a tema calabro o di autori calabri per la rubrica “Calabria Libri” sulla piattaforma calabriacontatto.it. A novembre 2021- Cura la prefazione della silloge “In 7 parole” di Italo Cirene (VJ Edizioni). A dicembre 2021 Il componimento “L’acrobata” è pubblicato nel volume “Avvocati. Ritratti di una professione” di Gianluca Bellacoscia (YoucanPrint). A Maggio 2022- ll componimento “a(Essenza)” è selezionato per la pubblicazione all’interno della collana di autori vari “Libro Verde (IVVI Editore).

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